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I soldi nel sisma d’Emilia? A malapena un ventesimo è arrivato qui

da | Gen 14, 2014 | Ricostruzione | 0 commenti

terremoto emilia 1Danni per 13 miliardi, fondi stanziati dal Governo per 6 miliardi, arrivati a oggi: 300 milioni.
I conti proprio non tornano nella Bassa terremotata, denuncia Sandro Romagnoli, portavoce del Comitato Sisma 12.

Sandro Romagnoli, portavoce comitato Sisma 12

Sandro Romagnoli, portavoce comitato Sisma 12

Romagnoli, partiamo dalla notizia di politica sulla bocca di tutti: l’assessore regionale Muzzarelli parteciperà alle primarie Pd per il candidato sindaco di Modena. E’ una figura che voi avete spesso contestato nella ricostruzione: come avete accolto l’annuncio?
«Beh, noi abbiamo criticato abbastanza le ordinanze che hanno condizionato la ricostruzione, e quindi lui che è stato un po’ il front office della struttura commissariale.
A noi soprattutto preoccupa il fatto che la sua assenza provocherà un vuoto e non ci possiamo permettere dei tempi lunghi per colmarlo».

Concentriamoci adesso sulla Bassa: il 2013 si è chiuso con due proteste dei Comitati contro la ricostruzione che non va, a ottobre e dicembre: a inizio 2014 dobbiamo aspettarcene un’altra?
«In realtà abbiamo già iniziato: abbiamo appena presentato al Tar del Lazio il ricorso contro l’articolo 5 dell’ordinanza 119, quella che abbiamo definito “ammazza-campagna”.
E’ stata data una nuova definizione di rudere ed edificio collabente e questo cambia i diritti delle persone che hanno immobili in campagna.
Per questo abbiamo fatto ricorso.
Detto questo, noi non ci divertiamo a fare manifestazioni o questo tipo di azioni, ma purtroppo le decisione della Regione ci portano a questo».

Se ci fosse un termometro della rabbia per il cratere, secondo lei che temperatura farebbe segnare?
«In realtà penso oggi ci sia molto disorientamento tra la gente e molta disillusione. 
Da subito hanno detto che gli emiliani ce l’avrebbero fatta da soli e questo ha fatto sì che tante persone ci hanno creduto. In realtà di problemi ce ne sono tanti e sarebbe stato logico pensarlo. Oggi c’è tanta confusione, basti pensare che quasi la metà delle persone che avrebbero diritto ai contributi ancora non ha nominato dei tecnici di fiducia e la Regione ha dato la scadenza per prenotare i lavori alla fine di questo mese.
Poi, io spero non si arrivi a un termometro della rabbia, sarebbe molto pesante».

terremoto emilia 2Al di là dei particolari tecnici, che cosa non va nell’impostazione di fondo data dalla Regione?
«L’impostazione di fondo data dalla Regione.
Ma la responsabilità non è solo sua. Cinque giorni prima del terremoto, con il Dl 59 del governo Monti del 15 maggio 2012 si diceva ai cittadini che per i danni da terremoto ci voleva un’assicurazione privata, perché lo Stato non dava più contributi.
Il sisma è arrivato con il decreto non ancora convertito in legge, ma il messaggio che veniva dato con quell’atto è stato comunque recepito dalla Regione.
Bologna ha impostato le sue ordinanze con una logica punitiva, pensando ai furbetti che potevano arricchirsi con la ricostruzione.
E’ vero che si veniva dall’esperienza dell’Aquila, e che si è scontata tutta l’assenza di una normativa nazionale. Ma in questo modo si è creato un dedalo che ha impedito la ricostruzione».

Il 20 dicembre voi Comitati vi siete ritrovati coi sindaci nella sottoscrizione di un documento comune di richieste alla Regione e al governo. E’ stata una pace solo natalizia o ci saranno riscontri concreti di qui a venire?
«Io spero che non sia stato solo il clima natalizio. In realtà abbiamo individuato temi per cui c’è preoccupazione comune: dai contributi agli edifici di classe A, alla burocratizzazione, le super-bollette, i mutui e altro. Ma soprattutto, e per noi è essenziale, c’è stato un riconoscimento comune della necessità di una fiscalità vantaggio per il cratere, senza la quale cittadini e aziende avranno grosse difficoltà a muoversi.
Abbiamo fatto appello alla sensibilità di Regione e governo su questo e spero che l’impegno venga portato avanti in maniera congiunta».

A proposito dei sindaci, voi a fine anno avete loro chiesto di farsi promotori di un incontro con l’associazione dei bancari per discutere del rinvio delle rate per i mutui casa.
Che riscontri avete avuto?
«Più che di farsi promotori, abbiamo chiesto loro di affrontare insieme il problema, per avere forza maggiore. E un primo riscontro lo abbiamo avuto, perché abbiamo ottenuto per il 14 gennaio un incontro con la presidenza regionale Abi, l’Associazione bancaria italiana.
Ci andremo coi sindaci, e speriamo di portare a casa il risultato».

Parliamo adesso di sanità post terremoto.
Nelle settimane scorse ha suscitato un mare di polemiche l’assegnazione di fondi al Policlinico di Modena, che per molti sono stati scippati a Carpi e Mirandola, ospedali molto più danneggiati dalle scosse: voi Comitati come vedete la situazione?
«Del problema prettamente sanitario nella Bassa, si stanno occupando alcuni gruppi di cittadini e so che, tra l’altro, hanno fatto anche test coi tempi di percorrenza per raggiungere il Policlinico. Dico solo questo: dare fondi alla sanità è senz’altro una cosa positiva, il problema è se con un’erronea idea di razionalizzazione vengono tolti da altre parti, magari già provate. Se veramente togliessero dei fondi alla Bassa per darli là sarebbe una cosa vergognosa».

terremoto emilia 3Lei è di Cavezzo, uno dei centri più colpiti dal terremoto. Sono passati quasi 20 mesi, si aspettava di vedere il suo paese ancora a questo punto?
«Se ci aspettavamo che la ricostruzione tardasse così tanto? Sì, perché purtroppo ce ne eravamo accorti dalla ferraginosità delle prime ordinanze. Qui di sassolini all’interno dell’ingranaggio ne sono stati messi molti, un po’ troppi. Speriamo che passi il messaggio della semplificazione delle norme,e porti miglior consiglio a quelli che fanno le ordinanze».

Se le dicessero che può avere una cosa sola per la Bassa terremotata, lei adesso cosa chiederebbe?
«Il logo di Sisma.12 ha come refrain “Ricostruire la Bassa dal Basso”. Questo vorrei, una ricostruzione partecipata, rispettosa dell’ambiente ma anche delle esigenze dei cittadini.
Che sia attenta a un’economia fatta di piccole e medie imprese, e non pensi solo alle multinazionali. Chiederei una ricostruzione che fosse un’opportunità e non solo un’enorme perdita di tempo, risorse ed energie.

I contributi tanto decantanti, materialmente, sono arrivati nelle tasche dei cittadini e delle famiglie? In che percentuale, se dovesse fare una stima?
«Tenendo a riferimento i dati ufficiali, possiamo dire che il terremoto del maggio 2012 ha provocato nella Bassa danni per poco meno di 13 miliardi, 12 miliardi e sei-sette.
Per la ricostruzione dei privati, la Cassa Depositi e Prestiti ha messo a disposizione 6 miliardi, circa la metà. Di questi, a oggi ne sono stati impiegati (che non significa “dati” tutti quanti), 300 milioni. Cioè, stiamo parlando di un ventesimo della cifra a disposizione».

Intervista a Sandro Romagnoli, portavoce del Comitato Sisma.12, realizzata per TvQui da Samantha Taglini: vai alla fonte originale

Vedi il video da Tv Qui

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