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“Lo stato degli argini si può prevedere, basta dare milioni all’Aipo”, chiede l’Idv

da | Gen 28, 2014 | Alluvione, Notizie, Ultime news | 2 commenti

alluvione_argine_massima_rottura“La Regione ha stanziato cifre molto alte per garantire la prevenzione e controllare i rischi: dei 25 milioni di euro distribuiti ai vari enti coinvolti, ben 15 sono andati all’Agenzia Interregionale per il fiume Po. Sempre Aipo ha speso all’incirca sui 3 milioni e mezzo proprio a dicembre sul tema della manutenzione. Prendere atto di cifre così enormi mi ha preoccupato ancora di più: se non siamo riusciti a prevenire l’alluvione quale sarà la cifra necessaria per mettere in salvaguardia le nostre popolazioni? Ci basteranno i milioni promessi dal ministro Orlando?” si domanda Liana Barbati, presidente del gruppo assembleare dell’Italia dei Valori.

“Non credo sia giusto che i prossimi milioni stanziati vengano nuovamente affidati allo stesso gruppo dirigente di Aipo. È doveroso che qualcuno faccia un passo indietro, senza che gli venga espressamente richiesto da noi consiglieri regionali. Gli interventi che sono stati fatti o sono stati parziali o mal realizzati, è sotto gli occhi delle tante famiglie colpite. Ma quanti milioni ci vogliono per mettere in sicurezza degli argini? Nel caso fosse stato un problema di fondi, Aipo avrebbe comunque dovuto avvertirci ma la stessa mancanza ravvisabile nei controlli c’è stata anche nella comunicazione. Fino ad oggi per i dirigenti dell’Agenzia non c’era nulla da segnalare?” prosegue la consigliera regionale.

“Come riportato dal sito d’informazione Sulpanaro.net, il sismologo Marco Mucciarelli spiega bene cosa è successo: “A una settimana dall’alluvione in provincia di Modena, mi sembra che sia scattata la caccia al capro espiatorio mentre in pochi si rendono conto che in realtà si tratta di un gregge”. Un elenco complesso e documentato che comprende tra l’altro una motivazione di cui non possiamo non identificare la responsabilità: il crollo dell’argine per scarsa manutenzione. “L’argine è crollato per colpa delle nutrie o del gambero della Louisiana? Diciamo che anche la scarsa manutenzione con invasione di vegetazione arborea ha dato una mano, come testimoniato da questo sito che confronta foto di varie annate tratte da Google Earth”. Probabilmente, al di là delle mappe virtuali, per capire cosa stava succedendo sarebbe bastato chiedere a un abitante della bassa. Lo stato degli argini si può prevedere, non ci vogliono magie o vagonate di milioni”.

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