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“No tax area” ecco il comitato che la reclama

da | Feb 5, 2014 | Alluvione, Notizie | 0 commenti

FRER0020111Ecco il comitato «No tax area per la bassa»: la sua costituzione sarà formalizzata comani sera a Bastiglia in un incontro presso il Borgo della Bastia. «Il comitato», spiega la portavoce Elisabetta Aldrovandi, che chiarisce anche la sua posizione relativamente all’impegno politico che porta avanti (leggi dopo, in questo articolo) «è nato dall’esigenza di dare corpo alle migliaia di voci che, spontaneamente, si sono unite aderendo al gruppo FB, nato due settimane fa proprio con l’intento di rivendicare per l’Emilia, così martoriata da terremoto e alluvione, la No Tax Area e lo stato di calamità.
Il gruppo conta circa 2300 iscritti, e già centinaia sono le persone che hanno sottoscritto l’adesione al Comitato».
«Non vogliamo finanziamenti o sospensioni dal pagamento dalle imposte,» spiega Antonio Spica, presidente del Comitato «ma il risarcimento del danno, ricercando altresì anche attraverso il ricorso alle Autorità Giudiziarie le eventuali cause che hanno provocato la rottura dell’argine, a partire da chi doveva garantire l’integrità per arrivare a chi forse, è stato incapace di gestire l’emergenza sin dalle prime ore».
« Chiediamo – spiega Marco Nora, co-fondatore del Comitato con esperienza tecnica nelle
ordinanze post terremoto – la no tax area o in subordine la Zona franca Urbana, rimborsi al 100 % dei danni subiti in tempi celeri; pretendiamo una gestione opposta a quella del post
sisma, dove, a distanza di 20 mesi è stato erogato meno del 10 per cento della somma stanziata. È altresì indispensabile la sospensione per almeno 12 mesi delle rate di mutuo, finanziamento e leasing, delle utenze; oltre, ovviamente, lo stanziamento immediato di somme per la messa in sicurezza del territorio, e azioni opportune dirette alla verifica e all’accertamento delle responsabilità».

Spiega l’avvocato Elisabetta Aldrovandi:
“Ho intrapreso questa iniziativa come privata cittadina, e il mio impegno del tutto privo di colore politico è stato riconosciuto da moltissime persone, tra cui tanti iscritti al gruppo FB, che di certo hanno idee diverse dalla mia.

Preciso che personalmente non ho subìto danni ingenti né con il terremoto, né con l’alluvione, ma, in entrambi i casi, mi sono adoperata da subito per dare una mano ai miei conterranei, perchè credo che chi, in un momento di difficoltà, ha avuto la fortuna di uscirne indenne, deve prodigarsi per gli altri. Ho studiato e spiegato a decine di cittadini le ordinanze commissariali post terremoto, ho preparato ordini del giorno e denunciato le storture del modo in cui è gestita la ricostruzione, senza, ovviamente, essere ascoltata da chi ha il potere di prendere le decisioni. Ora, con questo Comitato, desidero che i cittadini divengano finalmente consapevoli dei loro diritti, e che sia fatta chiarezza sulle cause e i responsabili di questa gravissima tragedia.

Chi mi accusa di strumentalizzazione facendo leva sulle mie idee politiche, o non ha argomenti seri per negare i nostri diritti, o ha la coscienza sporca, magari di fango. E’ come se, invece di discutere sul contenuto di un testo, mi fosse contestato il fatto che l’ho scritto di un colore, anzichè un altro. Io discuto del contenuto. La forma non ha importanza, e non intendo raccogliere questi biechi tentativi di deviare l’attenzione della gente dai temi che davvero contano, e per cui il nostro Comitato lavora con impegno e sacrificio. Gli Emiliani sono persone intelligenti: a loro interessano le azioni, i contenuti. E il coraggio di metterci la faccia.

Peraltro, e termino, non mi pare che altri comitati siano scevri da personalità di evidente appartenenza politica. Ma, sinceramente, non mi importa. Non sono abituata a valutare la credibilità di una persona dal partito che vota, ma da quello che dice, e, soprattutto, dalle sue azioni.”

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