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Regione-No Triv, il duello arriva in diretta tv su Uno Mattina

da | Apr 20, 2014 | Rapporto Ichese, speciale terremoto | 0 commenti

uno mattinaIl terremoto con le sue possibili correlazioni con le trivellazioni arriva anche sulle rete ammiraglia della tv pubblica, in particolare a Uno Mattina in Famiglia, nella puntata andata in onda nella mattinata di domenica su Rai 1. Ospiti  Raffaele Pignone, direttore servizio Geologico della Regione Emilia-Romagna  e Irene Gigante, rappresentante dei No Triv ferraresi.

Di seguito vi riportiamo la trascrizione integrale del botta e risposta.

La prima domanda della conduttrice, Francesca Fialdini, riguarda le conclusioni della Commissione Ichese. Chiede se non siano state forse conclusioni “cerchiobottiste”.

pignonePignone spiega che “La Commissione ha preso in esame un’area molto vasta, di 4 mila km quadrati, oltre il cratere del sisma, e in quell’area ci sono 3 grandi pozzi da cui si estrae gas e olio, un deposito sotterraneo di gas – c’è un serbatoio a Minerbio – e la geotermia a Ferrara. I tre grandi pozzi sono Spilamberto, Mirandola e Castelfranco Emilia. Per quanto riguarda la geotermia (la Commissione) esclude per il deposito di Minerbio, esclude, per Spilamberto e Castelfranco, essendo depositi dentro a delle argille… (la conduttrice chiede sintesi, ndr) Su 5 trivellazioni in tutto il territorio 4 vengono escluse; solo a Cavone-Mirandola la Commissione ha detto che non si può escludere né confermare con i dati oggi disponibili.

Domanda dallo studio: Che vuol dire ‘Non si può escludere nè confermare?’ A metà del guado… Perché tecnicamente le trivellazioni potrebbero causare un terremoto?

Pignone risponde che “E’ molto complesso, non è così semplice. Allora: non esiste una trivellazione fatta naturalmente…. Alcune ricerche, alcune estrazioni di gas vengono fatte in altissima pressione, il cosiddetto fracking, che da noi non esiste. In questi casi si può avere della sismicità indotta, cioè l’altra pressione può creare… Da noi invece quasi in tutta Italia i giacimenti sotterranei sono in strutture naturali per cui difficilmente si possono verificare dei terremoti…

uno mattina irene dueLa giornalista interrompe Pignone e presenta Irene Gigante del Comitato No Triv: “Io sostengo che il nesso trivellazioni-terremoti esiste perché  – ma prima voglio ricordare che l’esito degli studi della Commissione ci è stato reso noto dalla rivista Science, altrimenti noi non saremmo a conoscenza del rapporto Ichese – lo dico in parole semplici: il risultato dice che potrebbe esserci concomitanza, quindi relazione fra terremoti e trivellazioni, causa-effetto. Quindi a questo punto penso che il discorso sia molto semplice anche per tutti gli italiani: come si fa a rischiare? Come si fa continuare a fare queste operazioni sapendo che potrebbe esserci il rischio di causare il terremoto?”
Timperi chiede a Pignone: “Come risponde?”
Pignone: “Rispondo molto semplicemente: potrebbe e non potrebbe. La Commissione dice inizialmente che non ci sono elementi di conoscenza attuali per né smentire né confermare e che bisogna avere un modello geodinamico del sottosuolo  (intanto dallo studio Gigante ricorda che “un rischio c’è”) della zona, fare una serie di studi che oggi non ci sono e che noi come Regione Emilia-Romagna stiamo già iniziando a fare, così anche il Ministero e che presto verranno fatti nella zona Cavone”.

“Mettendo a rischio però la vita della gente”, incalza Gigante

“No, nessun rischio della vita – è perentorio Pignone –  A Cavone siamo già in un periodo di esaurimento del pozzo, la grande produzione è stata negli anni Ottanta, non oggi”.

uno mattina_gigante_pignoneGiornalista: “Parliamo proprio delle trivellazioni, perché le attività estrattive sono così intense in Emilia-Romagna, c’è così bisogno? Siamo diventati il Texas e non ce ne siamo accorti?”

Gigante: “Per noi non c’è nessun vantaggio”.

Pignone: “Sì in Emilia-Romagna ci sono molte trivellazioni, ma la Commissione ha escluso che le trivellazioni che vengono fatte in certi tipi di rocce, il 99% dei serbatoi sono dentro rocce plioceniche e massi miocenici cioè rocce molto recenti. E’ solo a Cavone che sono in rocce molto vecchie di 200 milioni di anni e in tutta l’Emilia-Romagna abbiamo solo quel serbatoio. Ma un attimo di attenzione: la Commissione ha fatto uno studio statistico, cioè ha visto che in un’area di 4 mila km quadrati c’è stato un aumento della sismicità nell’anno precedente e nell’anno precedente è aumentato il prelievo in quella zona. Ma è un prelievo che passa da 18 a 22 mila barili al mese… Negli anni Ottanta c’erano 100 mila barili al mese, per cui è una piccola differenza. La Commissione ha fatto un paragone con altre situazioni a livello internazionale, perchèéha fatto un’analisi di tutta la letteratura scientifica mondiale e ha visto che una correlazione c’è stata tra aumento di prelievo e sismicità…”

“Appunto”, nota Gigante.

“…in due serbatoi in Cina, però dice chiaramente la Commissione che sono serbatoi dieci volte più grandi di quelli del Cavone. L’altro è in Oklahoma, dove la sismicità è stata vicino ai pozzi, qui da noi è stata a 20 chilometri di distanza. La Commissione fa giustamente una serie ci raccomandazioni, dice che per esser sicuri bisogna continuare…”

(Sospiro di impazienza da studio)

“…a studiare per avere molti più elementi di conoscenza”

uno mattina_timperiGigante si rivolge a Timperi: “Ha sentito che cosa ha detto? Rischiamo! Noi rischiamo! Io vorrei che il dottor Pignone mi spiegasse quali sono i vantaggi di queste operazioni. Noi ci stiamo muovendo da diverso tempo perché le trivellazioni non potrebbero essere solo causa di terremoto, ma ci sono anche altri effetti collaterali. L’Emilia-Romagna è territorio fragilissimo, ci sono rischi di subsidenza, c’è un forte rischio idrogeologico, il terreno tende a cedere. Ci sono tantissime motivazioni per dire che queste operazioni non sono necessarie”

Timperi: “Ma parliamo del terremoto”.

Gigante: “Ancora di più, quindi: perché rischiare? Finora hanno bloccato solo le richieste per l e nuove trivellazioni, ce ne sono tantissime, solo a Ferrara 8 nuovi pozzi. E non solo in Emilia-Romagna, anche in Basilicata, e in Salento adesso. Tutta l’Italia è zona interessata da queste società petrolifere che vogliono investire, ma per lo Stato Italiano non c’è alcun vantaggio, sono società private. Pagano royalties ma sono molto basse“.

Pignone spiega come funziona la concessione dei permessi di trivellazione. E Gigante gli ricorda “ne abbiamo parlato in Regione, lo stato finanzia questi interventi di ricerca… noi paghiamo anche!  – Pignone conferma – E ci sono anche pochissimi posti di lavoro!”

 

Guarda la registrazione della puntata, il passaggio sul terremoto va dal minuto 7.27 al minuto 19.42.

 

 

 

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