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Ricostruzione in Emilia: Sisma 12 incontra la politica

da | Apr 9, 2014 | Ricostruzione | 0 commenti

sisma 12La tensione si taglia col coltello, tanto che a un certo punto la Ghizzoni sbotta: “Stiamo qui come De Gasperi all’Onu, tutto tranne la vostra cortesia è contro di noi”, citando l’incipit del discorso del primo ministro nel ’46 all’Onu.

Perché sì, questo appuntamento, voluto per capire la ricostruzione post sisma d’Emilia, il sapore del processo all’inizio ce l’ha: rappresentanti dei comitati a sinistra, politici e amministratori a destra, e il pubblico  a guardare il ping-pong tra i due schieramenti l’uno contro l’altri armati.

Il momento è pesante: è venerdì, è sera tardi e siamo stanchi tutti. Ci sono le elezioni di qui a poco, il pubblico borbotta ed è impaziente, l’esasperazione è a un passo.
I linguaggi sono distanti anni luce: i comitati parlano di cartelle Equitalia, funzionari di banca sordi, burocrazia incomprensibile, ritardi, stanchezza, paure. I politici citano decreti e ordini del giorno, Ragioneria dello Stato e assistenti legislativi e la polvere dei palazzi romani sembra soffocare e obnubilare per davvero chi sta lì ad ascoltare.

Piano piano, però almeno una cosa si chiarisce e il clima si distende un po’. Qualcuno rompe l’incantesimo e pronuncia il nome del convitato di pietra, Lui, di cui non si evoca neppure il nome se non per sineddoche: “La struttura commissariale”.

Spieghiamo: il Comitato Sisma 12 ha mandato inviti urbi et orbi, ha diligentemente scovato mail e contatti, mandato comunicati stampa, diffuso note, raggiungendo tutti gli amministratori della Bassa, della Provincia, della Regione, della “struttura commissariale” e tutti i deputati e senatori emiliani. (Aggiungiamo: erano stati invitati anche tanti giornalisti: presenti solo due. La sottoscritta e la collega del Carlino, con la sponda del giornalista della Gazzetta che moderava).
Allora, ci sono le foto, le abbiamo fatte apposta e vi scriviamo chi c’era e fate caso soprattutto a chi non c’è.

Vasco Errani non c’è ma è come se fosse lì, davanti agli occhi di tutti, il papà che ha deluso e ferito, ma cui comunque si vuol bene e che ancora una volta ci fa mettere su il muso, come se si fosse dimenticato del nostro compleanno. Ché il processo non va fatto a questi politici presenti.

(L’elenco dei presenti:

  • Il sindaco di Concordia, Carlo Marchini
  • Il sindaco di San Felice sul Panaro, Alberto Silvestri
  • Il sindaco di San Possidonio, Rudi Accorsi
  • La sindaca di Novi, Luisa Turci
  • La deputata del Partito Democratico Manuela Gizzoni
  • Il senatore del Partito Democratico Claudio Broglia
  • Il deputato del Movimento 5 Stelle Vittorio Ferraresi).

Torniamo sul pezzo, tra cahiers de doleance, le notizie, le raccomandazioni e i rimbrotti:

– Ci sono stati almeno due casi in cui le banche hanno tolto le case inagibili su cui non era stato pagato il mutuo, visto che ancora non è stata prolungata la sospensione. Pochi casi ma abbastazna da far scattare l’allarme, ed ecco che arriva l’impegno a rimediare al più presto: i parlamentari lo hanno preso e promettono anche un monitoraggio della situazione;

-la sospensione dei mutui c’è per i Comuni alluvionati (quindi Bomporto, Bastiglia, Camposanto, San Felice, Finale, Medolla e San Prospero) per gli altri del cratere si deve fare legge ad hoc;

-la clausola che se non si vuole ristrutturare, si può cedere l’immobile che ha diritto al contributo ricostruzione anche a un’impresa è stata fatta per venire incontro a specifiche richieste, in particolare dei condomini dove se tante teste dicono cose diverse non si decide poi nulla. E per le imprese che rilevano le case ci sono poi vincoli stringenti all’uso, devono affittare per diversi anni;

-qualunque tipo di problema o sentore strano di infiltrazioni mafiose va segnalato al sindaco, che relaziona alla struttura commissariale (la sineddoche di cui sopra);

-la no tax area non esiste, si può ragionare solo su “de minimis”, e lo si sta cominciando a far;

– agevolazioni Iva e anticipi non se possono dare: i conti con l’agenzia delle Entrate fanno un viaggio, i soldi della ricostruzione un altro, sono della Cassa depositi e prestiti quindi non si può intervenire in alcun modo;

– nonostante l’impegno dei parlamentari modenesi, di maggioranza od opposizione che sia, a Roma la strada è sempre in salita, per questioni tecniche, di cassa e perché, nelle parole di Broglia, “quando, per rivendicare attenzione e provvedimenti, si alza l’Emilia, immediatamente si alzano anche la Toscana, la Sardegna, il Veneto…”; frase ad effetto che lascia bene intendere come chiunque ha avuto calamità più o meno tiri acqua al proprio mulino, affondando molte possibilità di riuscita;

-a due anni dal sisma finalmente la burocrazia macina. Superata la fase del rodaggio si rilasciano permessi e ordinanze e le lungaggini dovrebbero piano piano scomparire definitivamente e riguardare solo casi residui;

terremoto emilia 3-forse si è sbagliato a credere all’ottimismo di chi diceva che si sarebbe ricostruito tutto e subito, e chissà se davvero era ottimismo e non – piuttosto – una pietosa bugia;

– ci stiamo dimenticando di chi sta rimanendo indietro: tanti non hanno neanche presentato la prenotazione. I sindaci hanno annunciato che sarà fatto un riscontro puntuale tra le abitazioni inagibili e le pratiche presentate: chi manca sarà raggiunto, interpellato, aiutato, stimolato;

-I Map, acronimo di quella parola che è “baraccopoli”. Ogni Comune del cratere ne ha, chi 70 chi 100, chi 200. Sono 700 in totale e sono ancora in piedi a due anni dal sisma, un tempo che appare insostenibile, tanto che i comitati parlano senza mezzi termini di “bomba sociale”.
I sindaci insistono che quella di installare i Map fu la scelta giusta, si rischiava che i paesi perdessero per sempre i propri cittadini  ed espropriare le case sfitte (per chi ne aveva) non era proprio possibile. Spiegano che molti di coloro che hanno usufruito del Cas (contributo autonoma sistemazione) stanno via via uscendo e che ogni singola famiglia è monitorata dai servizi sociali.

sindrome post terremotoSi dovrebbe parlare del tema che più sta a cuore, il più segreto, il meno discusso perché il pudore è forte: la depressione, la sanità mentale, la violenza in famiglia, le malattie: cosa è cambiato dopo il terremoto? Va davvero tutto peggio o è solo un’impressione?
Ma non c’è più tempo, sono passate quattro ore, è notte fonda e la sala piano piano si svuota.

“Organizzeremo un altro incontro”, promettono tutti. Si va via sollevati, non sono volate parolacce, è scesa qualche lacrima di commozione e anche se i problemi sono tutti ancora lì, vedersi stasera è stato utile, sano. Aiuterà.

Quanta è lontana Roma, però.

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