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Balzani-Bonaccini: il confronto sulla ricostruzione post sisma

da | Set 25, 2014 | In Primo Piano, Approfondimenti, Elezioni | 0 commenti

Domenica 28 settembre gli elettori di centrosinistra sceglieranno con le primarie il candidato Pd che correrà – con ottime possibilità di vincerle – alle elezioni per la presidenza della Regione Emilia-Romagna. Abbiamo posto ai due candidati, Roberto Balzani e Stefano Bonaccini, 7 domande per capire come imposterebbero la ricostruzione post sisma nell’area del cratere nel dopo-Errani.

Ecco le loro risposte.

balzani_bonaccini

1) La ricostruzione delle strutture pubbliche marcia più velocemente di quella delle case dei privati. Cosa ha in mente per recuperare il gap?

BALZANI
Innanzitutto bisogna prendere atto del fatto che il “modello emiliano della ricostruzione”, basato su centinaia di ordinanze, è stato ben lungi dall’essere perfetto, soprattutto sul fronte privato, ma anche su quello pubblico, ad esempio per quanto concerne le scuole. Sul fronte privato, è sicuramente necessario snellire l’impianto burocratico, basato sull’assunto che il cittadino sicuramente cercherà di frodare, perché, se dopo due anni e mezzo la ricostruzione sta andando a rilento, appare evidente che qualcosa non funziona. Tra l’altro, la complessità delle pratiche unita alla difficoltà di ottenere la piena copertura dei costi necessari, in taluni casi, porta alla rinuncia al rimborso.

BONACCINI

E’ abbastanza ovvio che sia accaduto questo. Le scuole, gli ospedali, le strutture di assistenza agli anziani, le palestre, ecc sono beni comuni ripristinando i quali si è garantito il rispetto dei diritti di tutti. Per le case dei privati si sta recuperando terreno grazie allo sforzo e ai correttivi introdotti strada facendo, ma le regole e la trasparenza sono importanti. Io credo che si possa migliorare ancora istituendo una “unità di missione per la semplificazione” per avviare una grande azione di de-sburocratizzazione della Regione intervenendo anche sulla parte relativa al terremoto.


2) A oggi più di 2.000 persone vivono nei Map, i moduli provvisori che sono stati costruiti all’indomani del sisma e che dovrebbero essere smobilitati entro il 2015. In che modo rispetterà  – se vuole farlo – la scadenza promessa da Errani?

BALZANI
I Map sono una situazione abitativa d’emergenza, rispetto alla quale si sarebbe potuti ricorrere a soluzioni diverse, ad esempio utilizzando da subito il patrimonio immobiliare privato, che deve essere superata innanzitutto per la dignità delle famiglie. Per smantellarli nel 2015 la via è una sola. Dobbiamo fare in modo che i cittadini con casa inagibile possano accedere con iter più veloci ai rimborsi di cui hanno diritto.

BONACCINI
La maggior parte di chi vive nei Map ha il piano di rientro, che voglio velocizzare con la semplificazione di cui sopra. Per coloro che non ce l’hanno, e sono una minoranza, io credo serva un piano casa straordinario che consenta di dare risposte puntuali, sfruttando magari le opportunità nuove messe a disposizione dal Governo con il DL Sblocca Italia per rimettere in circolo una parte del patrimonio sfitto presente anche nella nostra Regione


3) Tanti terremotati che oggi vivono nei Map trovano poco conveniente aderire all’offerta dei Comuni che trovano per loro case in affitto dai privati, perchè hanno paura di non avere sostegni che non siano rinnovati, come ad esempio il Cas (Contributo di autonoma sistemazione). Una situazione complessa, ma che va risolta. Come intende farlo?

BALZANI
I Cas sono un aiuto alle famiglie, alternativo ai Map, che potrà essere erogato fino all’ottenimento dell’agibilità. Ovviamente, i problemi aperti nella ricostruzione, anche a causa dei tempi lunghi per l’ottenimento e l’erogazione dei contributi, sono ancora tanti e non si possono abbandonare questi nuclei familiari. Il loro ritorno ad una vita normale, e quindi fuori dai Map, può essere facilitato promuovendo il più possibile contratti agevolati coi privati.

BONACCINI
Chiariamo questa vicenda per evitare giudizi fuorvianti : chi è nei MAP non può usufruire del CAS perché per definizione il contributo sostiene chi decise, appunto, per un’autonoma sistemazione. Le regole di ingaggio iniziali erano chiare così come i piani di rientro per chi è nei MAP,  e non può esistere un ragionamento sulla “convenienza”.

 
4) Per quanto riguarda le scuole, ci sono tantissimi bambini che a due anni e mezzo dal sisma si ritrovano ancora nei container. Di recente il sindaco di San Prospero ha fatto appello a Renziperchè intervenga. E lei, cosa farà per questi bambini?

BALZANI
Il fatto che ci siano ancora bambini senza scuola dimostra che qualcosa evidentemente non ha funzionato, ma dimostra anche l’assenza dello Stato nella gestione del post terremoto in Emilia, soprattutto in considerazione del fatto che in molti casi le scuole sono state ricostruite grazie ad ingenti donazioni di privati. Data l’enfasi posta dal governo sull’edilizia scolastica, indicherei a Roma questa quale prima priorità d’investimento.

BONACCINI
Diciamo innanzitutto che il 2 ottobre 2012 e’ stato l’ultimo giorno nel quale tutti i ragazzi della scuole di ogni ordine e grado in tutti i comuni colpiti dal sisma sono tornati a scuola. E’ stato un traguardo all’inizio che pareva irraggiungibile e che ora viene preso a riferimento da tutto il Paese. Nella maggior parte dei casi si è trattato di scuole nuove, in classe A, realizzate con confort ambientali d’eccellenza. A San Prospero c’è una situazione che lavoreremo per superare in tempi rapidi d’accordo con i piani di recupero del comune, mentre a Crevalcore, ad esempio,la nuova scuola è stata inaugurata quindici giorni fa.

 
5) Su i mutui sulle case inagibili e il pagamento delle tasse che erano state sospese per il sisma, c’è stato un lungo tira e molla tra Abi, Cassa depositi e Prestiti e parlamentari che si è concluso con una sospensione momentanea. Ma se la ricostruzione ritarda, a breve si torna punto e a capo: come si muoverà lei?

BALZANI
E’ inaccettabile che le famiglie in questa situazione che è tutt’ora di emergenza possano trovarsi a pagare i mutui di case inagibili ed è dovere non solo dell’apparato regionale, ma anche dei rappresentanti Pd in Parlamento, portare avanti questa battaglia. Esempi di azioni possibili potrebbero essere la rimodulazione dei mutui per rata e durata per adeguarli alla capacità del cittadino e, per le imprese, sistemi di finanziamento garantiti da risorse pubbliche.

BONACCINI
Non parlerei di tira e molla ma di una vicenda nella quale la ragioneria generale dello stato porta una responsabilità prioritaria. Su questa vicenda i parlamentari del PD hanno lavorato con determinazione e tenacia consentendo una proroga importante fino al 31.12.2014. A loro e agli altri emiliani romagnoli voglio chiedere un impegno già dai prossimi provvedimenti del governo in discussione entro l’anno, di proporre la proroga non solo di questa scadenza, ma dello Stato di emergenza e con esso alle conseguenti normative che riguardano gli enti locali x consentire loro di proseguire nell’opera di ricostruzione e ritorno definitivo alla normalità.


6) Imprenditori e associazioni reclamano agevolazioni fiscali su modello di quanto già sperimentato in Italia in casi analoghi.  Il Pd si sta muovendo in questo senso, ci può anticipare quale sarà la tipologia di agevolazione che verrò realizzata, e che tempistica avrà?

BALZANI
Ritengo che, non essendo possibile portare avanti un discorso di no tax area, la fiscalità di vantaggio sia la strada più sensata da percorrere. Per fare qualche esempio si potrebbe prevedere un’ IVA agevolata per privati e imprese con sede nel cratere, o la non applicabilità dell’IVA alle cessioni di beni e prestazione di servizi svolte a favore di soggetti terremotati.

BONACCINI
Sulle zone franche urbane il PD per primo, voglio sottolinearlo, ha fatto una proposta concreta coerente con la normativa europea, andando oltre gli slogan e le boutade polemiche: l’istituzione delle ZFU nei centri storici dei comuni colpiti dal sisma (o alluvioni) dove furono aperte le zone rosse, per sostenere fiscalmente le piccole e micro imprese fino a 10 dipendenti. Non servono molti soldi per la copertura economica (massimo 100 milioni di euro) ma sarebbero Una questione prioritaria per il PD e credo per la regione stessa, che riproporremo da subito al Governo in vista della discussione legge di stabilità per il 2015.

 
7) A fine anno scadrà lo stato di emergenza, come si muoverà?

BALZANI
In effetti colpisce la scadenza dello stato di emergenza in un territorio dove migliaia di persone risiedono ancora nei Map, bambini vanno a scuola in container e famiglie sono ancora aiutate da reti di assistenza di volontari. Appare necessaria una proroga. Per provare a risolvere questa situazione penso sarà necessario un ampio processo di coinvolgimento di cittadini, amministratori e associazioni di categoria per lavorare insieme al futuro della Bassa dopo la fine dello stato di emergenza. La mancanza di questa fase di ascolto e di condivisione è forse ciò che, fino ad oggi, è risultato insufficiente nel percorso di ricostruzione. Cercherò di capire innanzitutto a che punto siamo nell’impianto burocratico dopo aver sentito innanzitutto i diretti interessati e in che modo fino ad ora sono stati utilizzati i fondi per la ricostruzione messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti e a “quanto” ammonta il reale conto economico del sisma, perché se possiamo riparare le crepe delle case sicuramente non potremo risarcire le famiglie per il trauma subito e per la sensazione di abbandono che in alcuni casi hanno vissuto da parte di Stato e Regione. Sarà fondamentale avviare quel percorso partecipativo promosso dal Presidente Errani nell’immeditato post sisma, percorso che in realtà poi si è inceppato, nel momento in cui la ipertrofica produzione burocratica di ordinanze ha reso impossibile una reale forma di partecipazione.

BONACCINI
Ho già detto prima. La scadenza va prorogata per consentire di terminare la ricostruzione e agli enti locali di mantenere il personale assunto per il disbrigo delle migliaia di pratiche. E’ una questione di civiltà e buon senso.

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