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“L’oltre” di Daniela Calanca in mostra a San Felice sul Panaro

da | Ott 31, 2014 | San Felice sul Panaro, Stasera si va... | 1 commento

12La prima personale della fotografa Daniela Calanca è in mostra a San Felice in occasione del River Side Horrible Party, in programma presso il Pasteggio al Livello. L’allestimento  – reso possibile grazie al Photoclub Eyes e a Silvano Bicocchi (Direttore del Dipartimento Cultura FIAF) – durerà per un intera settimana e sarà accessibile negli orari di apertura del locale in via Perossaro Vecchia 407, ore 12-15 e 18-2 di notte) .

Poi sarà spostato a Colorno, nel parmense, per il Colorno Photo Life.

Ecco la presentazione del portfolio scritta da Patrizia Digito del Photoclub Eyes.

L’autrice ci presenta un percorso che ha compiuto nelle profondità di se stessa attraversando i silenzi che collegano vita e morte.

In ogni foto la luce ha una valenza estremamente importante per colei che fuggiva di fronte a queste ombre eterne. La luce é la comunicazione diretta, la via di fuga che la riporta alla vita, che non la trattiene in luoghi ombrosi ai quali, comunque, rende omaggio, tanto da porre come prima la foto d’ingresso che aveva scattato come ultima. 

La sequenza inizia con un divieto oltre il quale l’autrice ci accompagna conducendoci per mano per immergerci nel suo viaggio intimista. Nonostante la differenza iniziale possiamo notare che l’approccio è pieno di misticismo con quell’aura di rispetto che l’argomento propone.

Le stesse vedute dell’autrice sono dal basso, in segno di rispetto e di umiltà nel confronto di un’entità superiore. Già le profondità dei toni scuri acuiscono quel senso di misticismo in questi tuffi di controluce.

Ma la potenza del messaggio diviene un forte richiamo che la fa avanzare in questo “percorso” e noi con lei passiamo oltre, oltre la rete che sembra dividere non solo apparentemente un luogo da un altro ma anche mentalmente nell’affrontare un contatto ravvicinato con i nostri simboli della morte.

Già l’angelo é un’icona religiosa che si pone come tramite, che traduce il contatto da terreno a supremo.

Le raffigurazioni di cancelli, un “oltre” dalla vita alla morte, un dopo diverso.

Le decorazioni di questi cancelli ci predispongono al viaggio obbligato, la memoria ci impone di non dimenticare chi ci ha preceduto conservandone le immagini.

Immagini accatastate e accostate, quasi a dialogare fra loro rivolgendosi a noi, a lei che prima di tutto le ha osservate e catturate in questa trasposizione.

Le croci dimenticate quasi a suggerire che ci sarà di nuovo tempo anche per loro, come per noi. Ma questo viaggio termina con una visione d’insieme e riappacificatrice tra spirito e simboli: queste croci illuminate che già per il numero ci suggeriscono la trinità  le osserviamo immerse in una natura rigogliosa che é quanto di più terreno ci sia.

La comunione ci indica che la convivenza esiste e la pace é raggiunta“.

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