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Patronati in sciopero contro i tagli. Lunedì uffici chiusi

da | Nov 14, 2014 | Economia | 0 commenti

Non si ferma la protesta dei patronati contro i tagli delle risorse contenuti nella legge di Stabilità. Per iniziativa del Ce.Pa. (il coordinamento che raggruppa i patronati Acli, Inas, Inca e Ital), dal 29 ottobre è stata avviata la raccolta delle firme di adesione alla petizione “No ai tagli ai patronati”, a cui hanno già aderito decine di migliaia di cittadini. La mobilitazione promossa da Acli, Inas, Inca e Ital proseguirà per tutto l’iter parlamentare di approvazione della legge di Stabilità. Per dopodomani – sabato 15 novembre – è stata organizzata una giornata nazionale di protesta. A Modena e provincia Acli, Inas, Inca e Ital saranno presenti dalle 10 alle 12 nelle piazze dei Comuni capi-distretto: Modena, Carpi, Vignola, Castelfranco, Mirandola e Pavullo, oltre al mercato di Formigine. A Modena il gazebo sarà allestito in piazza XX Settembre; attraverso incontri, volantinaggi, flash mob, gli operatori dei patronati spiegheranno ai cittadini i possibili effetti dei tagli. In piazza XX Settembre sabato mattina ci saranno anche i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil.

I patronati Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil e Ital-Uil, insieme alle rispettive confederazioni, hanno inoltre deciso per lunedì prossimo 17 novembre una giornata di chiusura dei propri uffici e sportelli, con manifestazione regionale davanti alla Prefettura di Bologna. «Coinvolgeremo nuovamente i parlamentari modenesi, con i quali i segretari provinciali di Cgil-Cisl-Uil avevano già discusso del tema nell’incontro del 6 ottobre – affermano i responsabili provinciali dei patronati modenesi – Ribadiamo con forza che la sottrazione delle risorse al fondo patronati, se approvata così com’è, si tradurrebbe in un’altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli costrette, dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio di sedicenti consulenti, che operano senza alcun controllo e senza regole. Infatti, mentre i lavoratori dipendenti continueranno a pagare integralmente i contributi previdenziali all’Inps, lo Stato incamererà la quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad altri scopi non precisati. Il governo, quindi, finirà per appropriarsi di soldi che sono dei lavoratori senza specificarne l’utilizzo. Una beffa a cui si aggiunge un danno economico che aggraverà le già precarie condizioni di coloro che – concludono Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas), Maura  Romagnoli (Inca) e Angela Vicenzi (Ital) – pagano con la disoccupazione e la povertà le conseguenze di una crisi pesantissima».

 

Cosa fanno i patronati

I patronati sono soggetti privati di pubblica utilità che, per legge, devono fornire assistenza gratuita ai cittadini per 92 tipologie di servizi, sotto il controllo del Ministero del Lavoro. Previdenza e salute sul lavoro, prestazioni socio-assistenziali, tutela dei cittadini immigrati e degli italiani all’estero sono le aree di competenza di queste strutture, presenti in tutta Italia e all’estero. «Le nostre attività hanno l’unico obiettivo di aiutare tutte le persone, senza alcuna distinzione, a orientarsi tra le tante normative e iter burocratici, facilitando il loro rapporto con la pubblica amministrazione – spiegano Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas-Cisl), Maura  Romagnoli (Inca-Cgil) e Angela Vicenzi (Ital-Uil) – Il nostro compito è agevolare i cittadini nella compilazione e presentazione delle domande agli enti previdenziali e assicurativi, accompagnandoli fino al riconoscimento dei diritti, anche con l’assistenza legale e medico-legale necessaria». Le pratiche aperte dal 1° gennaio al 31 ottobre di quest’anno dai quattro patronati modenesi sono complessivamente quasi 135 mila e rappresentano il 61 per cento delle pratiche inviabili telematicamente all’Inps per la provincia di Modena. Il finanziamento delle attività e dell’organizzazione degli istituti di patronato, regolato dall’articolo 13 della legge 152/2001, avviene attraverso il “Fondo patronati”. Gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il fondo è alimentato da una quota parte (lo 0,226 per cento) dei contributi previdenziali che tutti i lavoratori versano alle casse previdenziali, per assicurare tutele fondamentali – previste dall’art. 38 della Costituzione – anche a chi non può permettersele. Il fondo copre circa 1/3 delle prestazioni che i patronati forniscono. I restanti 2/3 delle prestazioni non prevedono recupero economico e sono a carico delle organizzazioni promotrici dei patronati. Per ulteriori informazioni e dati, consultare www.tituteliamo.it (contiene dati e infografiche che possono essere utilizzati dai media).

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