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Il Consiglio della rabbia e delle accuse: “Finale merita risposte migliori di un ‘non sapevo'”

da | Feb 5, 2015 | In Primo Piano, Finale Emilia | 0 commenti

Un Consiglio Comunale affollato, partecipato, indignato anche: è quello che si è svolto ieri sera a Finale, il primo Consiglio tenutosi dopo la maxi-operazione Aemilia che ha portato a oltre cento arresti e ai domiciliari per l’ex tecnico comunale Giulio Gerrini, accusato di abuso d’ufficio continuato e intercettato dalle forze dell’ordine in alcune conversazioni che evidenziavano, secondo le accuse, una modalità operativa non regolare. Dei quasi 200 cittadini presenti, racconta il quotidiano Prima Pagina, diversi hanno mostrato fogli con la scritta “dimissioni”, nei confronti della Giunta e del sindaco Ferioli, mentre nella sala del Maf è stato portato anche lo striscione di “Finale Emilia terremotata protesta”. Le opposizioni, da parte loro, già nei giorni scorsi avevano chiesto unitamente le dimissioni della Giunta e del sindaco, dimissioni che non sono giunte nonostante la rabbia di tanti dei presenti.

Rabbia legittima, considerando anche le inevitabili ripercussioni che l’inchiesta ha avuto mediaticamente sulla reputazione del Comune, alla quale il sindaco Ferioli ha reagito parlando di semplificazioni (“E’ facile chiedersi come potevo io non sapere, ma cosa dovevo sapere io?“) e spiegando che, da regolamento comunale, i tecnici hanno autonomi poteri di spesa, organizzazione delle risorse umane e strumentali e di controllo.

Una spiegazione che non ha convinto chi protestava: “Finale merita risposte migliori rispetto a un ‘non sapevo“, hanno ribattuto le opposizioni. Ferioli ha poi illustrato l’ammontare degli appalti sulle opere provvisionali del 2012 e del 2013 che il Comune di Finale ha visto affidare alla Bianchini Costruzioni, una delle aziende coinvolte nell’inchiesta, sostenendo che è “pari all’1,48% pari a 127mila euro”. Per quanto riguarda invece la questione relativa alle scuole temporanee elementari e medie, ha spiegato trattarsi di un subappalto da parte della ditta ravennate che aveva vinto l’appalto regionale.

 

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