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Grande interesse a Mirandola per il seminario su previdenza e welfare delle libere professioni

da | Mar 7, 2015 | Mirandola | 0 commenti

Un pubblico attento e interessato ha seguito stamattina in Comune a Mirandola il seminario “Donne professioniste tra previdenza e welfare” organizzato dell’associazione di volontariato “Mirandola a quattro  mani” con il patrocinio del Comune di Mirandola, della Provincia di Modena, dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord (UCMAN), della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e della collaborazione della Commissione Pari Opportunità – Comitato unitario delle professioni (Cup) di Modena.

 

Ad aprire il seminario con la proiezione del docuvideo “La professione: sostantivo femminile” con uno spaccato sulle problematiche delle professioniste alle prese con le scarse tutele e opportunità in un mercato del lavoro in crisi di modello e di metodo perché se la situazione per le donne contrattualizzate non è semplice, colpa anche della congiuntura economica che comprime l’occupazione femminile, per le donne nelle professioni si complica ulteriormente.

Infatti, se nelle libere professioni uomini e donne ormai si equivalgono nei numeri – pur con sensibili differenze tra le diverse categorie- le donne guadagnano mediamente la metà rispetto ai loro colleghi, e di conseguenza ‘godono’ di un trattamento pensionistico di gran lunga inferiore nonostante abbiano un’aspettativa di vita maggiore. Poi, capita che intorno ai 40/50 anni, proprio nel momento in cui di solito si colgono i maggiori benefici, le donne siano costrette ad abbandonare la professione per difficoltà di conciliazione tra lavoro e cura familiare.

 

Infatti, come ha sottolineato Mario Sbrozzi, delegato provinciale Inarcassa <le professioniste ad inizio carriera guadagnato meno dei colleghi maschi perché devono occuparsi dei figli e intorno ai 50-55 anni la loro carriera tende ad annullarsi. Inoltre la pensione non è riconosciuta se l’Isee supera i 30mila e 450 euro. Le donne, poi, hanno un’aspettativa di vita superiore ai colleghi uomini (ma la longevità è calcolata in modo anomalo guardando l’indice di mortalità), ma a causa di retribuzioni più basse (guadagnano in media la metà dei professionisti) ricevono una pensione minore>. Le anomalie sono ai diversi livelli del sistema e riguardano le casse previdenziali ma anche il sistema politico. Fondamentale, quindi, che le professioniste facciano conoscere queste anomalie, condividano le esperienze, facciano rete, come si sono proposte le professioniste intervenute al seminario per trovare soluzioni condivise al sistema delle ‘non tutele’, sensibilizzando i giovani professionisti e professioniste per chiedere al Governo un nuovo patto previdenziale e fiscale meno penalizzante per partite Iva e freelance.

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