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Infiltrazioni mafiose, la Regione dà più poteri all’Osservatorio legalità

da | Mar 2, 2015 | Approfondimenti, Ricostruzione | 0 commenti

Oggi presentiamo queste iniziative e altre ne seguiranno, sempre nell’ambito delle nostre competenze né giudiziarie né inquirenti, per stringere le maglie contro l’infiltrazione mafiosa soprattutto nel campo dell’economia e in quello degli appalti pubblici. Perché la Regione Emilia-Romagna in questo campo non è all’anno zero”.
Così l’assessore regionale alle Politiche per la Legalità, Massimo Mezzetti, ha presentato una serie di misure varate dalla Giunta regionale nella seduta di venerdì 27 febbraio, di potenziamento di quanto già in atto per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata, anche attraverso la promozione e diffusione di una cultura della legalità.

“Raccogliamo l’appello che da più parti è provenuto affinchè ciascuno faccia la propria parte nel contrasto al crimine organizzato – ha affermato Mezzetti in una nota -, avendo già recepito e condiviso da tanti anni con la società regionale le indicazioni allarmanti in questo senso. Voglio ricordare che la Regione denunciava queste infiltrazioni già dalla fine degli anni Novanta e la Direzione investigativa antimafia è stata istituita a Bologna soltanto dal 2012, perché la Regione e le forze parlamentari hanno insistito a tal fine. Oggi spero che anche grazie all’inchiesta Aemilia gli occhi di tutti siano ben aperti e che nessuno possa più dire: io non sapevo. Ciascun attore di questa vicenda faccia la propria parte. Come per esempio nella zona colpita dal sisma del 2012, dove ci trovammo ad agire nella completa assenza di norme anche nazionali, e dove abbiamo ricostruito in quel frangente con il presidente Vasco Errani e col capo della Protezione civile Franco Gabrielli un quadro che ci ha consentito di rafforzare molto il filtro del controllo sugli appalti. Bisogna ricordare sempre, al di là di facili demagogie, che su 1.115 imprese oggetto di attenzione antimafia da parte delle prefetture soltanto 9 hanno ottenuto un’interdittiva: stiamo parlando dello 0, 6 per cento.

“Oggi – ha aggiunto l’assessore – vogliamo allargare queste metodologie che hanno dimostrato di funzionare, rafforzandole sulla base delle nostre esperienze, a tutto il territorio regionale. Quindi non più soltanto una griglia di criteri che superano il massimo ribasso, gli elenchi delle aziende benemerite incrociate con quelle delle White List,. Il territorio regionale, inoltre, dovrà subire una semplificazione sul numero delle stazioni appaltanti, oggi 140 solo nel modenese, portandolo a circa 50 in tutta la regione”.

“Le grandi mobilitazioni di questo periodo – conclude Mezzetti – dimostrano inoltre che non siamo in una regione dove le menti degli emiliano-romagnoli siano state corrotte dalle mafie, lo testimoniano le centinaia di iniziative di queste settimane che ci porteranno alla manifestazione nazionale di Libera del prossimo 21 marzo a Bologna. Qui abbiamo ancora tutte le potenzialità per poter arginare e sconfiggere i fenomeni di infiltrazione”.

Le iniziative varate dalla Giunta
Con un Progetto di legge (“Modifiche alla Legge regionale 9 maggio 2011, n. 3) si è deciso di rafforzare il ruolo dell’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso, al fine di:

  • garantire il costante monitoraggio dei segnali anticipatori della penetrazione della criminalità organizzata all’interno della comunità emiliano-romagnola e delle iniziative promosse dalla regione;
  • integrare le fonti informative esistenti sul tema del crimine organizzato e mafioso e su altri fenomeni ad esso connessi e, contemporaneamente, di predisporre rapporti conoscitivi, anche in raccordo con il Centro di documentazione regionale, da mettere a disposizione della Giunta e di tutta la comunità regionale.

A tale proposito all’Osservatorio regionale, in collegamento con gli osservatori locali, viene ora demandata la funzione di analizzare e individuare temi rilevanti ed emergenti collegati al fenomeno del crimine organizzato e mafioso e verso cui esiste una particolare sensibilità sociale da sottoporre all’attenzione della costituenda Consulta regionale, al fine di essere approfonditi sul piano conoscitivo.
Il ruolo dell’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso viene ulteriormente valorizzato rispetto alla diretta promozione di seminari tematici, iniziative editoriali e, più in generale, di carattere culturale, finalizzate alla diffusione di conoscenza in materia, in raccordo con il centro di documentazione tematico collocato presso la Biblioteca dell’Assemblea legislativa, nella convinzione che una comunità consapevole e informata rappresenti un argine importante nella resistenza ai fenomeni di illegalità.

Ai fini della promozione e dello sviluppo delle politiche regionali di prevenzione e contrasto del crimine organizzato e mafioso si prevede l’opportunità di convocare la Conferenza regionale sulla legalità già prevista dalla Legge 24/2003, in particolare per meglio coordinare gli interventi di prevenzione primaria e secondaria con le azioni finalizzate al sostegno degli Enti Locali destinatari di beni immobili confiscati.

Inoltre, nell’ottica di rafforzare i rapporti di collaborazione e i compiti di coordinamento della Regione con i soggetti istituzionali preposti a compiti di indagine e osservazione dei fenomeni di criminalità organizzata e mafiosa, con gli Enti locali territoriali nonché con le Associazioni e le Organizzazioni sociali, sindacali e di categoria, viene istituita la Consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità. In particolare la Consulta regionale per la promozione della cultura della legalità svolgerà attività  propositive e consultive nei confronti della Giunta Regionale in materia di cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

Va inoltre aggiunto un impegno ulteriore della Regione a rafforzare il coordinamento e l’armonizzazione dei propri interventi a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso. Infatti già dalla passata Legislatura, la Regione Emilia-Romagna ha adottato una serie di interventi con l’approvazione di tre Leggi regionali di settore (11/2010 “settore edile e delle costruzioni”, 3/2011 “promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” e 3/2014 “settori dell’autotrasporto, del facchinaggio, della movimentazione merci e dei servizi complementari”).Al fine di favorire l’attuazione coordinata di queste leggi, uno dei nuovi strumenti adottati sul piano interno consiste nella costituzione di una Cabina di regia interdirezionale, presieduta dall’Assessore in materia di legalità, così da garantire maggiore efficacia alle politiche regionali e operare tra le diverse norme di settore un più puntuale raccordo e coordinamento delle attività.

In allegato:
1)    Un resoconto delle politiche per la legalità della Regione: Bilancio attività RER
2)    Un focus sulle misure nell’area colpita dal sisma nel 2012 Area Sisma

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