Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Ricostruzione, “Dallo Stato beffa ai terremotati”, denuncia Fabbri

da | Mag 20, 2015 | Ricostruzione | 0 commenti

Lui è l’ex sindaco leghista di Bondeno, uno dei Comuni martoriati dal sisma 2012. Oggi è consigliere regionale, e oggi Alan Fabbri scrive una lettera al presidente della Regione Emilia-Romagna.

ROCCA POSSENTE DI STELLATA DI BONDENO (FERRARA), NELLA GOLENA DEL FIUME PO. RESA INAGIBILE DAL TERREMOTO DELL'EMILIA DEL MAGGIO 2012.

ROCCA POSSENTE DI STELLATA DI BONDENO (FERRARA), NELLA GOLENA DEL FIUME PO. RESA INAGIBILE DAL TERREMOTO DELL’EMILIA DEL MAGGIO 2012.

“Egregio Presidente Bonaccini,
A tre anni dal sisma rimane la solida certezza di un popolo che, nonostante le enormi difficoltà, ce l’ha fatta, ce l’ha fatta a rialzarsi, con le proprie forze e con il peso di sfide che gravano ancora come macigni sulle spalle dei cittadini. Rimangono le ferite, laceranti e purtroppo non più rimarginabili, di 27 morti, di vergogne di Stato come quella che ha colpito la famiglia Cavicchi, ‘risarcita’ di meno di 2mila euro per la morte del figlio Nicola.
Quei 20-29 maggio 2012 hanno fatto la storia della nostra terra, l’hanno segnata profondamente. A quelle scosse la risposta umana è stata stupefacente: la gente d’Emilia ha mostrato un coraggio unico, tutto il Paese ha manifestato la sua solidarietà a questo popolo ferito, imprenditori hanno delocalizzato all’aperto, operai hanno lavorato sotto tendoni pur di non perdere le commesse, molti sindaci e amministratori locali hanno vissuto fianco a fianco degli sfollati per mesi. La risposta al dolore è stata il coraggio. Questa è la storia della nostra terra, ferita nel suo cuore produttivo, che ogni anno regala al Paese il 2 per cento del Pil e che annualmente versa allo Stato, a ‘perdere’, il gettito di 15 miliardi di tasse, che mai torna indietro.

Ebbene, dopo il sisma – il primo sisma industriale della storia d’Italia, per incidenza dei danni alle imprese – di quei 15 miliardi di credito che annualmente vantiamo nei confronti di Roma avremmo avuto enorme bisogno.

Ma la risposta, dallo Stato, è stata una beffa: al popolo d’Emilia terremotato non è stato concesso un solo euro di esenzioni fiscali. Solo proroghe a singhiozzo, che non risolvono certo il problema di un carico fiscale insostenibile, tanto più per chi deve ricostruire e per quegli imprenditori che, tra le altre cose, l’Imu la devono pagare anche sui macchinari imbullonati. Rimangono stampate nella memoria le tante promesse tradite di illustri parlamentari Pd, gente che ha alle spalle esperienze da amministratore territoriale e che ben dovrebbe conoscere le esigenze della propria terra. Dal senatore Vaccari al collega Broglia: anni passati ad annunciare una fiscalità di vantaggio mai arrivata. E hanno anche avuto la faccia tosta di polemizzare con la Lega, che quella fiscalità di vantaggio avrebbe voluto introdurla sul serio, già all’indomani del sisma (è del 12 giugno 2012 la nostra proposta di legge per la no tax area, vergognosamente bocciata dal Pd in Regione, il 29 novembre dello stesso anno).
Le mancate esenzioni fiscali rimangono nel libro nero delle occasioni mancate della politica, così come è mancata una seria e autentica sburocratizzazione. Gli effetti della babele di carte e delle intricate procedure per i risarcimenti si riflettono sui dati: oggi su 2,7miliardi di danni alle imprese, la Regione ha materialmente risarcito circa 245milioni di euro. Un decimo. E sono passati tre anni. Di questo passo per il ritorno alla normalità serviranno trent’anni.
Ecco la black list delle non-risposte, dei silenzi, dell’indifferenza, che, dai governi alla Regione, macchia questa ricorrenza dei tre anni. Dai tempi del sisma di premier ne sono passati tre. Monti, Letta, Renzi. E lo scandalo delle mancate esenzioni fiscali rimane. Anzi, è di queste ore una ‘pioggia’ di cartelle esattoriali che si sta abbattendo sui Comuni del cratere sismico. Ingiustificate richieste di pagamento di canone Rai, fantomatiche sanzioni per il ritardato versamento di Irpef o Iva, riscossione di somme non dovute perché già pagate o in corso di rateizzazione. Questo non è il Paese che vogliamo: rapace e sciacallo. Il Paese che vogliamo è quello che abbiamo visto dopo il sisma e che ha negli emiliano romagnoli il suo mirabile modello, un Paese solidale, coraggioso, determinato, capace di commuoversi e, un istante dopo, di rimboccarsi le maniche. Questa è l’Emilia-modello, un esempio di cui – dopo quei 20-29 maggio – andiamo ancora più orgogliosi.
Alan Fabbri (Capogruppo Lega Nord, Regione Emilia – Romagna)”

Condividi su: