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“Ho vinto l’Ebola”, il resoconto di una serata con un medico straordinario

da | Giu 18, 2015 | Mirandola, Medolla | 0 commenti

Ho vinto Ebola, questo il titolo della serata, organizzata dal Circolo Medico “Mario Merighi” in collaborazione con la Sezione AMMI  e La Conoscenza Condivisa®, lo scorso 13 Giugno, presso Mediflly di Medolla.

Dopo la visita all’envelope, il dispositivo di biocontenimento realizzato dalla ditta Tecnoline e utilizzato per il trasporto aereo del dottor Fabrizio Pulvirenti  in Italia, la serata è continuata con la conferenza del Dr Pulvirenti della quale vengono riportati alcuni brani.

La malattia da virus Ebola (EVD) dal mese di dicembre 2013 a oggi ha interessato massivamente tre nazioni del west Africa (Guinea, Liberia e Sierra Leone) con casi sporadici nei paesi limitrofi (Senegal, Mali). Nei tre paesi maggiormente coinvolti, al maggio 2015, i casi ufficiali sono stati 26.979, di cui 10.666 in Liberia, 3.647 in Guinea e 12.666 in Sierra Leone con un case fatality rate superiore complessivamente al 50%.

La malattia da virus Ebola è nota in Africa dal 1976 allorché si è verificato il primo focolaio epidermico in Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo, con un tasso di mortalità vicino al 90% ma con un numero di vittime, in termini assoluti, che non ha mai superato le poche centinaia. Da allora, nel centro e Sud dell’Africa, si sono manifestati diversi focolai epidemici con mortalità mai inferiore al 60% e con importanti manifestazioni emorragiche, cui non si è assistito nel corso di quest’ultima epidemia che ha assunto caratteristiche cliniche ed epidemiologiche profondamente diverse dalle precedenti.

È interessante notare  – spiega una nota degli organizzatori- come la mappa di distribuzione dei focolai di epidemia, dal 1976, sia sorprendentemente sovrapponibile alla mappa di deforestazione, indice quest’ultimo di una responsabilità, ancorché indiretta, dell’uomo la cui opera ha avvicinato la fauna silvestre ai centri abitati, favorendo il passaggio di specie di questa zoonosi, essendo Ebola un virus dei pipistrelli nel cui ciclo l’uomo, al pari di altri mammiferi, si inserisce occasionalmente. Ma la responsabilità dell’uomo si avverte anche nella eccezionale diffusione della attuale epidemia giacché il virus ha viaggiato sulle arterie di comunicazione realizzate dalle grandi multinazionali occidentali e cinesi in quell’area dell’Africa utili agli scambi commerciali ma che hanno consentito l’ampia diffusione, anche a notevole distanza, della malattia in un’area dove la malattia non si era mai manifestata prima e, per questo, misconosciuta all’inizio.

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Pulvirenti, davanti ad oltre cento persone, ha continuato nelle sua relazione dicendo  che la sua degenza all’INMI Spallanzani di Roma è durata 38 giorni, dei quali 7 in terapia intensiva che, per l’occasione, è stata svuotata di tutti i pazienti fino a quel momento ricoverati, trasferiti ad altre strutture vicine (immagino il S. Camillo). Alle sue cure si è dedicato un team numeroso di 30 persone tra medici, infermieri, biologi, tecnici di laboratorio, autisti e financo delle guardie giurate che sorvegliavano giorno e notte l’ingresso per impedire l’ingresso di temerari curiosi.

Il decorso clinico è stato impegnativo soprattutto per la profonda disidratazione arrivando a perdere, soltanto con la diarrea, quasi 4 litri di liquidi e probabilmente le cure intensive ricevute hanno determinato la svolta positiva.

In conclusione, il Dr Pulvirenti racconta di sé, di quando svegliandosi un mattino ha avvertito la presenza di uno stato febbrile anomalo e a breve la consapevolezza di aver contratto il virus ebola, la decisione di fare ritorno in Italia, il viaggio in aereo all’interno dell’envelope: « ho vinto, non ho mai perso la speranza, c’è l’ho fatta».

E’ stato un evento rivolto alla solidarietà. Per l’occasione sono stati donati al Dr Pulvirenti oltre 600 euro che verranno usati per le attività in Africa.

 

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