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L’analisi del rapporto anti-riciclaggio letto all’emiliana

da | Lug 17, 2015 | Editoriale | 0 commenti

In questi giorni gli organi di informazione nazionali hanno riportato col giusto risalto, i contenuti allarmanti dell’ultimo Rapporto annuale dell’Unità Antiriciclaggio di Bankitalia, reso noto il 13 luglio. Tutti i titoli concordano nel sintetizzare così le preoccupanti tendenze: “dilagano riciclaggio, sostenuto da corruzione ed evasione fiscale…più diffuse e pervasive”. Ci soffermiamo sugli aspetti che riguardano esplicitamente il nostro territorio regionale ed, anzi,i richiami che citano direttamente alcune “peculiarità” emiliano-romagnole e che agganciano le tematiche “lavoro e legalità”, cui il Sindacato è particolarmente attento. Si conferma la tendenza annuale nazionale che vede crescere il numero e la qualità delle segnalazioni relative ad operazioni di sospetto riciclaggio – più 11% – da parte di tutti i soggetti tenuti per legge a ben controllare, valutare e semmai segnalare: sportelli bancari, uffici postali, assicurazioni, intermediari finanziari, ecc…
Purtroppo, si registra la scarsa propensione a segnalare da parte del mondo dei professionisti ed in merito il Report di UIF-Banca d’Italia, usa un linguaggio tagliente: nell’ultimo anno, dagli avvocati e dai revisori contabili di tutta Italia sono partite ben (!) 23 segnalazioni sul totale di 71.758.

1) In questo quadro complessivo di crescita delle segnalazioni sospette, colpisce fortemente il dato regionale. Per la prima volta, dall’Emilia-Romagna sono giunte all’Unità UIF un numero – seppur rilevante perché al 6° posto nazionale con 4.760 segnalazioniin calo del 3,8% rispetto all’anno precedente. Unico calo fra tutte le regioni del Nord, che preoccupa la Cgil, e riteniamo che una tale controtendenza debba comportare un’urgente riflessione nelle sedi competenti.
2) Si conferma e consolida, purtroppo, la tendenza – tipica del riciclaggio economico malavitoso – ad operare con flussi di bonifici che passano/coinvolgono i Paesi “paradisi fiscali” in particolare e nell’ordine, Svizzera, Turchia, Hong Kong, Singapore.
L’Emilia-Romagna conserva e purtroppo avanza nelle posizioni. È la 4° regione italiana, con 4.572 milioni in operazioni sospette di “bonifici in uscita” verso quei Paesi.
È la 2° regione con 8.231 milioni segnalati per “bonifici in entrata” dai Paesi “fiscalmente non collaboranti”, per dirla con termine felpato. Dati che descrivono un fenomeno allarmante, che si alimenta nelle nostre province e che non va lasciato solo all’analisi degli inquirenti, bensì serve coinvolgere il meglio dell’intera società regionale.
3) È risaputo che il riciclaggio delle risorse malavitose, trae ampio alimento – non solo – dall’estesa gestione delle frodi di evasione fiscale e contributiva per lavoro irregolare.
Tale capitolo del report, letteralmente si chiude a pag. 56 con la seguente dedica… “Degno di rilievo il posizionamento della regione Emilia-Romagna, che presenta un elevato numero di segnalazioni riconducibili alle frodi nelle fatturazioni”. Ce n’è per il nostro tessuto imprenditoriale e relativi consulenti specializzati nei raggiri.
4) Parla di noi anche il capitolo, nuovo rispetto ai precedenti report, dedicato alle “anomalie nell’uso del contante sospetto” riportando un’analisi con allegata “mappa econometrica dei Comuni italiani”. Una mappatura che ancora una volta mette sul podio la nostra regione. In particolare, su una fattispecie specifica che analizza il riciclo di contante, connesso a reati – spesso mafiosi – dovuti a “traffici illeciti di beni e servizi, con un accordo fra le parti”. Leggi, traffico di stupefacenti, ricettazione e lavoratori offerti a “pacchetto”.
La mappa (in allegato) vede l’Emilia Romagna, fra tutte le regioni a nord della Campania, al 2° posto pari merito con Lombardia e dopo la Toscana, con otto nostre località indicate fra i “Comuni più rischiosi”: uno nella Bassa modenese; uno nel Bolognese; sei lungo la costa romagnola, ove è molto disponibile l’offerta di manodopera stagionale “brevi manu”.

Fenomeni e tendenze cancerogene per la nostra buona economia e il lavoro. Chi ne parla? Chi lavora per individuare – oltre alle preziose segnalazioni e denunce – progetti preventivi e contrasto al riciclo che infiltra società ed economia?
La Cgil è convinta e ripropone l’urgenza di coinvolgere, a livello regionale e provinciale, la responsabilità e le proposte di Istituzioni, Associazioni economiche, imprenditoriali e sindacali.

Franco Zavatti
(Cgil Modena-responsabile legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna)

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