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“Ecco come funziona il controllo di vicinato a Cavezzo” – L’INTERVISTA

da | Lug 27, 2016 | In Primo Piano, Cavezzo | 0 commenti

Il controllo di vicinato anche nella Bassa, per contribuire ad alleviare la sensazione di insicurezza diffusa. A Cavezzo l’idea è diventata realtà, e a raccontarci come si sviluppa, è Franco Gavioli, già ideatore e amministratore del gruppo Facebook ‘Cavezzo attento’, diventato in pochi mesi per i cavezzesi un punto di riferimento, così come il secondo gruppo Facebook-Whatsapp aperto di recente, ‘Cdv Cavezzo’. Gavioli è stato uno dei più attivi per la creazione del gruppo cavezzese «un’idea – dice – partita da privati cittadini che si sono organizzati e certificati in modo autonomo». Ora si è strutturata ed è riconosciuta.

Del resto, nonostante le autorità segnalino un calo nelle denunce di furti e rapine, chiunque viva il quotidiano si rende conto che, al di là dei numeri, il problema è molto serio: «Probabilmente è vero che ci possa essere un calo delle denunce, ma solo perché la gente si rassegna, pensando erroneamente che non serva a nulla denunciare e che sia tempo sprecato. Noi vogliamo dare una mano e collaborare».

     Il controllo di vicinato, che ha origine negli anni ’60-’70 negli Stati Uniti, in Italia è arrivato nel 2008, in provincia di Varese, mentre l’Associazione nazionale controllo del vicinato nasce nel 2013. Nella Bassa, dopo Novi e San Martino Secchia, sbarca appunto anche a Cavezzo. Si tratta di un’esperienza di grande importanza, in certi casi da qualcuno strumentalizzata (c’è chi arriva a parlare di ronde, ma la realtà è diversa) e che per questo ha bisogno di essere spiegata per filo e per segno. Ad esempio, quali sono i limiti, gli spazi e le specificità del controllo di vicinato? Sono richiesti particolari requisiti a chi volesse far parte del gruppo di controllo? «Il programma prevede l’auto-organizzazione tra vicini per controllare l’area intorno alle proprie abitazioni e gli spazi pubblici più prossimi. L’attività dei gruppi di controllo del vicinato è segnalata da cartelli che hanno lo scopo di comunicare a chiunque passi  in quella zona che la sua presenza non passerà inosservata. Partecipare al controllo del vicinato non fa correre alcun rischio, non richiede alcun atto di eroismo né alcuna attività di pattugliamento. Il programma prevede, oltre alla sorveglianza della propria area, l’individuazione delle vulnerabilità strutturali, ambientali e comportamentali che rappresentano sempre delle opportunità per gli autori di furti nelle case. La collaborazione e la fiducia tra vicini sono fondamentali perché s’instauri un clima di sicurezza che sarà percepito da tutti, particolarmente dalle fasce più vulnerabili: anziani e persone sole. Il senso di vicinanza trasmette un forte senso di appartenenza e di sicurezza e rafforza i legami di comunità. Le forze dell’ordine beneficeranno dei risultati di questo programma, un dialogo continuo e sensibile tra esse e i residenti produrrà una migliore qualità delle segnalazioni da parte di questi ultimi e, in definitiva, dei loro interventi».

E cosa accadrà quando si dovesse notare qualcosa di ‘strano’? «La prima cosa da fare è segnalare alle forze dell’ordine. La segnalazione dovrà essere il più precisa e corretta possibile quando necessario. Di un veicolo annotare targa-modello-colore, di una persona carnagione-altezza-vestiario, ad esempio». I cartelli integrativi con il logo ufficiale con l’indicazione ‘Area soggetta a controllo del vicinato’, sono già

stati affissi alle vie di accesso al paese da parte dell’Amministrazione comunale già da alcuni giorni.

Il Comune supporta l’iniziativa. Ma cosa potrebbero fare ulteriormente istituzioni per  alleviare l’insicurezza percepita dai cittadini? Gavioli alcune idee le ha: «Prima cosa necessaria e indispensabile è la certezza della pena. Troppo spesso le forze dell’ordine si trovano a rischiare la vita per poi vedere entrare in tribunale il malfattore per la porta di ingresso, e uscire dal retro dopo meno di un ora, come se niente fosse. Poi dare maggiori risorse alle forze dell’ordine, in termini di personale per coprire più turni, in termini di mezzi a disposizione, di attrezzature idonee e anche di stipendio, perché comunque rischiano la vita. Infine far accrescere nei cittadini la piena fiducia in istituzioni e forze dell’ordine, oltre che aumentare il senso civico e di comunità». Perché per aumentare la sicurezza, vera e percepita, serve proprio l’aiuto di tutti.

Articolo originariamente uscito sul numero 1 del magazine SulPanaro.Net

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