Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Al Cavone ancora trivellazioni, firmato il nuovo protocollo

da | Nov 15, 2016 | Mirandola, Concordia, Novi | 0 commenti

Non si fermano le trivellazioni al Cavone, anzi, proseguono. E’ il sito su cui si erano addensati i peggiori sospetti, ovvero che le trivellazioni fatte lì avessero a che fare con il terremoto del 2012. Il Cavone è stato messo sul banco degli imputati e sono stati molti soldi per studiare cosa è accaduto. Risultato? “Il monitoraggio effettuato su questo sito ha dimostrato che non c’è nessun rapporto di causa-effetto tra le attività svolte al Cavone e il terremoto 2012. Tutto ciò ha concluso il procedimento di verifica scientifica attuato dalla Commissione Ichese, che ha escluso, in via definitiva, qualsiasi correlazione tra terremoto e attività estrattive”, scriveva l’assessora Palma Costi

A luglio dopo lo stop imposto dai risultati della commissione Ichese, in Emilia-Romagna erano tornate operative  le trivelle, ma le società che volevano intraprendere attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi hanno avuto l’obbligo di dotarsi, prima di scavare, di strumenti di monitoraggio ad alta tecnologia.

Ora, dopo aver sottoscritto con il ministero dello Sviluppo economico – in luglio del 2015, prima in Italia – le Linee guida nazionali sul monitoraggio delle attività estrattive, la Regione Emilia-Romagna ribadisce l’importanza del controllo, della sicurezza e della trasparenza dei dati raccolti. Lo fa siglando un protocollo operativo, che dà applicazione concreta all’accordo dello scorso anno, con il ministero dello Sviluppo economico, Assomineraria e Società Padana Energia spa, detentrice della concessione di Cavone. Oggi pomeriggio a Novi la firma.

foto-cavoneLA FIRMA DI OGGI “Con le Linee guida avevamo inserito regole stringenti per le aziende concessionarie e introdotto ulteriori garanzie per lo svolgimento e il controllo delle attività, tra cui strumenti di monitoraggio di altissima tecnologia- spiega in una nota l’assessore regionale alle Politiche ambientali, Paola Gazzolo -. Oggi facciamo un ulteriore passo avanti in termini di sicurezza. Uno specifico gruppo di lavoro seguirà le attività di rilevazione, acquisizione e trasmissione dei dati relativi alla sismicità, programmando l’eventuale potenziamento della rete. Per garantire la massima trasparenza, tutte le informazioni raccolte, come già avviene, saranno disponibili on line”.

Sul sito Lab Cavone sono pubblicate, infatti, mappe in cui vengono visualizzati entro ventiquattrore i dati relativi alla sismicità di tutta la Bassa modenese e di un’area ancora più vasta, di circa 8.000 chilometri quadrati. Un’attività resa possibile grazie al contributo dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) e soprattutto alle strutture tecnologiche presenti, tra cui una rete di sensori di microsismicità in grado di misurare anche scosse di lievissima intensità; un sistema di rilevazione delle deformazioni del suolo, capace di indicare con una precisione millimetrica qualsiasi variazione subita dal terreno; un sistema a semaforo, che consente di definire soglie di rischio anche molto basse e di far scattare, se necessario, la limitazione, la sospensione o l’interruzione delle attività.

“L’Emilia-Romagna si conferma all’avanguardia nell’applicazione delle Linee guida definite con il ministero- conclude Gazzolo-. Il nostro obiettivo rimane quello di continuare a garantire ai cittadini massima sicurezza, massima conoscenza e massima trasparenza”.

LA STORIA

Dopo il terremoto del maggio 2012, la Regione chiese al Dipartimento nazionale di Protezione civile di istituire una commissione internazionale tecnico-scientifica di esperti (Ichese), per studiare possibili relazioni tra le attivitaà estrattive di idrocarburi e il sisma. Il rapporto, uscito nel 2014,escluse ogni possibile relazione tra il sisma e le trivelle autorizzate e operanti in Emilia-Romagna, ma sottolineò la necessità di fare ulteriori approfondimenti soltanto per l’area del Cavone, dove fu realizzato (in accordo con la società concessionaria) un laboratorio scientifico. Allo stesso tempo, il ministero istituìun gruppo di lavoro per definire specifiche linee guida sulle attività estrattive e il monitoraggio sismico.

Nell’attesa, applicando il principio di precauzione, l’allora Giunta Errani decise di sospendere ogni nuova autorizzazione per attivita’ di ricerca e coltivazione di idrocarburi in Emilia-Romagna. Sospensione che oggi viene revocata perché anche gli studi condotti al Cavone hanno escluso legami tra il sisma e le trivelle.

Condividi su: