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“Il ministero sbaglia i numeri sulla Polizia Mirandola”, la rabbia del sindacato

da | Mag 14, 2017 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

“Il ministero sbaglia i numeri sulla Polizia Mirandola”. Lo denuncia il sindacato dei poliziotti Siulp commentando quanto scrive il Ministero degli Interni  guidato da Marco Minniti nella sua più recente fotografia dello stato in cui versa la stazione mirandolese. Vista da Roma, la situazione non è male. Sì, manca qualche agente, ma presto sarà fatta un concorso per dirigenti, c’è ampia collaborazione con le altre forze dell’ordine e soprattutto a Modena – a due passi da Mirandola per chi ci guarda dai palazzi del ministero – di agenti ce ne sono pure troppi.

La replica del sindacato, tra “stupore” e “sconcerto” per le parole del Ministero, è ferma e punto su punto. Eccola.

Abbiamo atteso con una certa impazienza la risposta all’interrogazione scritta dell‘On.Vittorio Ferraresi del M5S, riguardo le carenze di personale e logistiche per la Polizia di Stato di Mirandola e, spiace dirlo, la risposta non ci soddisfa.
Non senza stupore, infatti, apprendiamo che le varie riunioni “in loco” del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, possano essere considerate una soluzione più o meno valida alle lamentate carenze sollevate sia dal Siulp che da vari esponenti politici, mentre non risulta in alcun modo che le iniziative dei Sindaci dell’Area Nord, riguardo l’ammodernamento e potenziamento delle telecamere, abbiano avuto particolare impulso dalle Autorità Provinciali.

Men che meno risulta al Siulp che sia stata promossa una maggiore interazione tra le Forze di Polizia e le Polizie Municipali ma, anzi, è stato più volte segnalato da questa e altre organizzazioni sindacali un grave stop imposto dal Questore Fassari alla collaborazione tra le due forze.

Stupisce anche che vengano segnalate nr. trenta (30) unità in servizio presso il Commissariato, mentre già da mesi sono in realtà solamente ventotto (28), per cui le unità mancanti all’appello non sono nr. sei (6) come recita la risposta, ma sono in realtà nr. otto (8): tutto questo, naturalmente, omettendo di dire che la carenza di personale è riferita ad una pianta organica che risale al 1989, quando le situazioni nazionali e locali erano ben diverse da quelle odierne.

Ancora più stupore suscita l’affermazione che la situazione dell’organico del Commissariato potrà essere riesaminata in occasione delle assegnazione dei commissari capo e degli ispettori: con tutti il rispetto per entrambe le categorie, entrambe utili e necessarie in tutti gli Uffici della Polizia di Stato, Mirandola necessita disperatamente di personale del ruolo agenti e assistenti, come è stato più e più volte rimarcato.

Non appare comprensibile, poi, il perché si rimarchi che la Questura di Modena possa contare su nr. quattro (4) operatori in più rispetto alla pianta organica (sempre del 1989…): quegli agenti prestano servizio a Modena e non possono essere trasferiti d’imperio a Mirandola, né dal Questore e né dal Ministero.

Risponde al vero che dal 1° gennaio 2016 vengano inviati a Mirandola equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, ma si dimentica di dire che ciò, in oltre 16 mesi, è avvenuto per non più di dieci volte in totale e mai in orario serale e/o notturno e cioè quando vi è maggiormente bisogno.

Crea sconcerto l’affermazione secondo la quale i servizi di prevenzione generale (le pattuglie sul territorio) vengano di volta in volta rimodulati nel corso di riunioni tecniche, secondo strategie che garantiscono sempre un’adeguata presenza di operatori sul territorio.

Ma se la presenza sul territorio è sempre adeguata, perché allora ci sono state “in loco” diverse riunioni del Comitato Per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica?

Perché i sindaci dell’UCMAN hanno elaborato un piano di interventi riguardo telecamere e impianti d’allarme?

Perché dal 1° gennaio 2016 vengono inviati a Mirandola gli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine?

Perché politica, sindacati, cittadini e mass media segnalano il problema sicurezza e criminalità?

Riguardo la sede del Commissariato di Mirandola, nulla si dice su quanto chiesto nell’interrogazione circa il debito sinora accumulato per la mancata corresponsione del canone di locazione, mentre si ipotizza per la primavera del 2019 la consegna dell’ex “Casa del Fascio”, contrariamente a quanto sinora assicurato e cioè entro il 2018.

In conclusione, possiamo affermare che la risposta fornita in sede d’interrogazione parlamentare contiene imprecisioni, inesattezze e omissioni e ci impone quindi di chiedere pubblicamente chi e perché abbia fornito al Ministero dell’Interno dati e considerazioni che non rispondono a verità.

Crediamo che non solo gli operatori di polizia ma tutti i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni locali, abbiano il diritto di sapere se il quadro edulcorato che scaturisce in esito a questa interrogazione, sia figlio dell’improvvisazione e/o della malafede.

Non sappiamo francamente quale delle due sia peggio, ma ci adopreremo il più possibile per chiarire questo sostanziale passaggio, chiedendo innanzitutto alla politica di intervenire in merito, con lo scopo di risolvere problematiche ormai ataviche e far chiarire i nebulosi passaggi qui illustrati.

 

La lettera del Ministero degli Interni sulla Polizia di Mirandola:  Interrogazione sicurezza Mirandola(1)

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