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Palazzo Vescovile di Carpi: ecco chi ha eseguito i restauri

da | Mag 30, 2017 | In Primo Piano, Novi, Carpi, Ricostruzione | 0 commenti

Ecco chi ha eseguito i restauri del Palazzo Vescovile di Carpi, con le sue volte affrescate, le pareti dipinte, e i tanti angoli nascosti che il Vescovo monsignor Francesco Cavina ieri ha presentato alla città, splendido e soprattutto di nuovo fruibile dopo una chiusura durata cinque anni.

Il gruppo di restauratori di Alchimia che ha lavorato al Palazzo Vescovile

Sono gli “artisti” del Laboratorio di restauro Alchimia di Cavezzo. Centimetro dopo centimetro, hanno studiato le pitture, eliminato gli strati depositati negli anni, scoperto i disegni originari che sono poi stati restituiti all’antico splendore. “Il restauro effettuato è di tipo conservativo”, chiarisce Giada Manfredini, unica carpigiana del gruppo di lavoro (a sinistra nella foto).

“Non è stato semplice ritornare all’originale nelle stanze in cui questo non era visibile, a causa degli strati di pittura che nel tempo erano stati sovrapposti. Grazie alle indagini stratigrafiche svolte non appena l’edificio è stato messo in sicurezza abbiamo potuto iniziare lo studio, poi dopo il ripristino post-sisma, abbiamo avviato il restauro con un lavoro di squadra di cui andiamo fieri”. Loro più di tutti, poiché non sono semplici visitatori e conoscono ogni millimetro di quegli affreschi, non riescono a nascondere la loro commozione: “Abbiamo operato in condizioni difficili, col caldo e col freddo, sia qui che in Cattedrale, spesso a testa in su attorno ad arcate e volte. Ma è stato un vero privilegio poterlo fare e sono doppiamente orgogliosa del lavoro svolto – conclude Giada Manfredini – sui monumenti della mia città”.

“Non lo si riconosce più” è invece il leit motiv di monsignor Cavina che con evidente soddisfazione fa da Cicerone da una stanza all’altra, prima di scendere a brindare con tutto lo staff dei progettisti e di Garc Spa, che ha eseguito l’imponente opera. “Se però sentite dire che il Vescovo vive nel lusso, in un grande palazzo, non è vero – ha aggiunto – poiché io abito in 70 metri quadri, il resto che vedete è il palazzo storico, adibito agli uffici di curia e alle sale di rappresentanza che oggi sono restituite alla città”.

L’edificio fu eretto nel 1780 utilizzando antiche case del XVI e XV secolo, su iniziativa del primo vescovo di Carpi e su progetto dell’architetto Giulio Cesare Tavani: passando da un’area all’altra sono ben visibili le sovrapposizioni di stile, che però si integrano armonicamente e formano un tutt’uno con la Cattedrale, alla quale si accede attraverso una loggia sopraelevata che era utilizzata dai Vescovi per assistere da lontano alla Messa.

I lavori di restauro e miglioramento sismico, del costo di 2 milioni e 300mila euro – finanziati per
gran parte dalla Regione Emilia-Romagna, a cui si è aggiunto il contributo della Conferenza Episcopale Italiana – hanno interessato le strutture portanti, le coperture, l’impiantistica, i solai, le pavimentazioni e gli affreschi, ha spiegato il presidente di Garc Claudio Saraceni commentando come quest’opera sia stata “un’esperienza importante e molto forte, nonché un onore. Abbiamo potuto centrare gli obiettivi del nostro lavoro: la qualità ed il rispetto dei tempi di consegna previsti, tenendo conto anche delle lavorazioni che si sono aggiunte in corso d’opera”.

E già stasera, un’altra inaugurazione, l’oratorio dei Ponticelli a San Marino di Carpi, altro piccolo gioiello dell’architettura sacra locale, protagonista di un lavoro di ripristino che ha permesso di mettere in luce gli antichi dipinti, in particolare sulle volte del presbiterio che prima del sisma erano coperte da un tinteggio grossolano. Un bel segno di ripresa visto che “il restauro è stato chiesto come miglioria nella gara d’appalto ed è stato quindi ‘offerto’ dall’impresa esecutrice”, spiega il progettista Mauro Pifferi. All’esterno la facciata, sporcatasi nel tempo, è stata ripulita, e le due canoniche laterali sono state ritinteggiate imitando le cromie originali. Ripulito anche l’esterno del campanile e integrato nelle parti staccate. “La chiesa – conclude – non è stata semplicemente riportata a come era prima del terremoto, ma ne è stato migliorato l’aspetto”. Centrali rimangono comunque i lavori di ripristino e miglioramento sismico, finanziati dalla Regione per 281.574,15 euro.

“Non si vede l’ora di rientrare” afferma dal canto suo il parroco, padre Tommaso Sochalec. Il santuario fungerà infatti da chiesa parrocchiale in attesa che l’edificio vero e proprio sia recuperato. Ricollocata anche l’immagine della “Consolatrice degli afflitti”, affresco attribuito a Bernardino Loschi posto sull’abside e che, come tante altre immagini mariane nelle chiese del territorio, non è stata danneggiata dal terremoto. 

I fedeli potranno così tornare a venerarla questa sera: alle 20.30, presso il pilastrino dove ha avuto luogo la manifestazione della Vergine (via Cavi di San Marino), partenza della processione verso il Santuario; dopo il rito di apertura della chiesa, il Vescovo Francesco Cavina presiederà la solenne celebrazione eucaristica.

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