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Richiedenti asilo nella Bassa: anche Finale Emilia dovrà ospitarli

da | Mag 22, 2017 | In Primo Piano, Finale Emilia, Richiedenti asilo | 0 commenti

<I richiedenti asilo nei comuni della Bassa terremotata non sono ancora arrivati perché non sono state individuate le soluzioni abitative-ricettive dove accoglierli, ma appena disponibili anche i comuni terremotati e quelli piccoli dell’Appennino finora esentati dovranno fare la loro parte>. A dirlo è la Prefetta di Modena, Maria Patrizia Paba, durante l’incontro che si è tenuto lunedì 22 maggio in Prefettura per fare il punto della situazione dei richiedenti asilo nella Provincia di Modena. La Prefetta apre il suo intervento sottolineando come <il modello di accoglienza diffusa sia valido e che va ampliato in virtù dei nuovi arrivi previsti>, confermando le voci che vogliono un ritocco al rialzo del numero dei profughi che la Provincia (e anche i comuni terremotati dell’Area Nord e di Novi) dovranno accoglierli. <Gli accordi tra Ministero dell’Interno e Anci – ricorda Paba – prevedevano la quota di 2,5 richiedenti asilo per mille abitanti, ma visto l’aumento del numero degli sbarchi, la quota è stata portata a 3 ogni mille abitanti>. Ad oggi, tutti i sindaci dei comuni finora esclusi dall’accoglienza hanno dato la loro disponibilità tranne quello di Finale Emilia che, nei giorni scorsi, ha ribadito il “no” all’arrivo dei profughi sul suo territorio perché la comunità è ancora alle prese con i problemi della ricostruzione post sisma. Per il momento non si sa quanti e quando arriveranno i richiedenti asilo nell’Area Nord, ma appena individuate le strutture dove accoglierli saranno inviati anche nella Bassa, anche se la Prefetta ribadisce che <si tratterà di persone già presenti sul territorio nazionale, che arriveranno per piccoli gruppi e non ci saranno minori non accompagnati>. A questo punto pare che Finale Emilia dovrà accoglierli perché nel caso si rifiutasse, è nella facoltà delle Prefetture azionare l’invio diretto nei territori che non si adeguano. Ipotesi che Paba vede come ultima razio perché spera che l’accoglienza avvenga in accordo con i sindaci come finora accaduto.

Sono ancora tanti i punti interrogativi che riguardano la Bassa: non si sa quando e quanti ne arriveranno, chi li gestirà e le strutture che li ospiteranno, unica certezza è che saranno di più dei circa 220 stimati inizialmente. Numeri, invece, più precisi sono quelli a livello provinciale forniti dalla Prefetta. Nel centri di accoglienza del territorio attualmente sono ospitati 1600 richiedenti asilo, con la previsione di arrivo di ulteriori 500 entro quest’anno, al fine di arrivare alla quota del 3 profughi ogni mille abitanti. La Prefettura dovrà quindi fare un nuovo bando che tenga contro dell’incremento. Nel rispetto del modello di accoglienza diffusa, le persone in attesa di sapere se potranno rimanere o meno in Italia saranno impegnate in attività di utilità sociale per restituire almeno in parte l’assistenza ricevuta. La Prefetta, nel sottolineare come non sia valida l’equivalenza richiedenti asilo uguale aumento dell’insicurezza e di come a Modena non siano stati rilevati casi di sfruttamento o discriminazione dei profughi, spiega che le persone in attesa di sapere se potranno restare oppure no <saranno impiegate in attività quali la cura del decoro urbano, l’aiuto nell’allestimento di manifestazioni, la riparazione di biciclette, ma anche in attività di formazione, dopo che gestori quali Aimag e Hera hanno dato la loro disponibilità, che potranno concludersi con il rilascio di attestati professionali>. Infine, incalzata sull’ipotesi di riapertura dell’ex Cie (ora Cpr, Centri permanenti per il rimpatrio), la Prefetta ha risposto: <Ancora non è arrivata nessuna indicazione dal Ministero, ma nel caso faremo la nostra parte>.

 

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