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Ancora sciopero all’International Paper di San Felice

da | Giu 8, 2017 | San Felice sul Panaro | 0 commenti

Dopo il primo sciopero di fine maggio, proseguono le azioni di lotta all’International Paper di San Felice sul Panaro, dove la Rsu supportata dai sindacati Slc/Cgil e Fistel/Cisl, ha dichiarato ieri altre 4 ore di sciopero per ogni turno con presidio davanti ai cancelli dell’azienda (via dell’Industria, 4). Le 4 ore di sciopero sono articolate, per ogni turno di lavoro, come segue: 4 ore di sciopero per le ultime 4 ore del primo turno, 4 ore di sciopero per le ultime 4 ore del secondo turno e 4 ore di sciopero per le ultime 4 ore del terzo turno.
Per le rimanenti ore di sciopero, l’articolazione e la gestione delle ore sarà in capo alla Rsu che, di volta in volta, valuterà l’opportunità di sospendere il lavoro.

Lo sciopero di maggio e quello di ieri fanno parte di un pacchetto complessivo di 16 ore di sciopero programmato che è stato votato dai lavoratori in assemblea con 108 voti favorevoli e 2 astenuti, in conseguenza, si legge in una nota dei sindacati, “dell’amara conclusione delle trattative sul premio di produzione 2016, che non rende merito all’impegno e alla forza produttiva dello stabilimento”.

A questi temi “si sono aggiunte le dure considerazioni dell’azienda che, attraverso un comunicato diffuso la settimana scorsa nello stabilimento, non solo ha messo in dubbio l’esistenza di una trattativa con la parte sindacale, che è ampiamente documentata da verbali di incontro, ma ha cercato di dimostrare la propria disponibilità verso i lavoratori asserendo di aver ricostruito lo stabilimento dopo il terremoto per assicurare la “continuità dell’attività aziendale”.

Nonostante la convocazione di un tavolo di trattativa per il 19 giugno, il comunicato aziendale ha comunque spinto i lavoratori dell’International Paper a proseguire con le azioni di lotta.

Fare riferimento al terremoto in Emilia per portare lustro alla bontà dell’azienda è solo l’ennesima conferma di quanto questa Direzione NON conosca il territorio in cui opera, il suo tessuto sociale e l’approccio delle persone.
Il terremoto in Emilia è stato una piaga per questo territorio e ha lasciato delle cicatrici ancora visibili nelle vite delle persone.
Dopo il sisma l’azienda ha ricostruito e migliorato lo stabilimento (come tutte le multinazionali del territorio) facendo anche, giustamente, leva sui contributi statali per la ricostruzione.
Dopo la prima e devastante scossa, invece, i lavoratori dell’Ipi di San Felice sono partiti in trasferta, lasciando a casa intere famiglie sconvolte e in tanti casi, senza più una casa agibile.
Erano in trasferta anche quando, in Emilia, la terra ha continuato a tremare. Pertanto, i lavoratori hanno fatto molto di più di quello che erano tenuti a fare. Sono partiti in un momento in cui psicologicamente erano distrutti per sostenere la produttività dell’azienda dando il proprio contributo in altri siti della multinazionale in Italia.
Era meglio non nominarlo il terremoto e soprattutto non era il caso di farlo in quei termini. Il comunicato aziendale ha pesantemente offeso tutte le maestranze. E’ merito dei lavoratori se San Felice ha sempre raggiunto livelli elevatissimi di produttività. Forse – è l’invito dei sindacalisti – è ora che si cominci a trattarli con un po’ di rispetto.

I lavoratori, pur apprezzando la richiesta dell’azienda di discussione nel merito del Pdr, non intendono rinunciare alla propria dignità!!! La programmazione dell’incontro per il 19 giugno non annulla la grande tristezza di leggere un comunicato simile da parte di un’azienda che fino ad ora non ha fatto un solo passo verso le richieste delle maestranze”.

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