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Punto nascita di Mirandola, per non farlo chiudere la Regione chiede la deroga al Ministero

da | Lug 19, 2017 | Mirandola | 0 commenti

La Giunta regionale chiederà al ministero della Salute la deroga per non sospendere l’attività di assistenza al parto in sei punti nascita della rete dell’Emilia-Romagna nei quali si registrano meno di 500 parti l’anno: tre in Appennino – Castelnovo ne’ Monti (Re), Borgo Val di Taro (Pr), Pavullo nel Frignano (Mo) -, Scandiano (Re) in pianura e due nell’area del cratere colpita dal sisma del 2012, Mirandola (Mo) e Cento (Fe).

La decisione è stata presa nel corso della seduta dell’altro pomeriggio ed è stata illustrata dall’assessore alle Politiche della salute, Sergio Venturi, in commissione consiliare Politiche per la salute e politiche sociali, contestualmente alla presentazione della Relazione fatta dalla Commissione regionale tecnico consultiva sul percorso nascita, nella quale l’indicazione che viene data è quella di chiedere la deroga per i due punti nascita del cratere e di sospendere il servizio nelle altre quattro strutture, dove a giudizio della Commissione tecnica  non vi sarebbero le condizioni di sicurezza necessarie visto il numero di parti largamente inferiore ai 500 l’anno (limite fissato in sede nazionale).

“Voglio innanzitutto ringraziare la Commissione tecnica per il grande lavoro svolto, una analisi della rete ‘Percorso nascita’ dell’Emilia-Romagna precisa e puntuale, di estrema utilità- sottolinea Venturi-. Non sottovalutiamo certo le conclusioni a cui è arrivata la Commissione, dal momento, lo ribadiamo, che la sicurezza delle future mamme e dei nascituri è per noi la priorità assoluta. Come Giunta abbiamo però deciso di percorrere tutte le strade possibili per evitare la sospensione delle attività di assistenza al parto nei sei punti nascita e per questo chiederemo la deroga al ministero. Qualora venisse concessa- prosegue l’assessore- doteremo i punti nascita del personale necessario a garantire gli standard di sicurezza richiesti, consapevoli, in quel caso, di non aver privato i territori, a partire da quelli di montagna, di servizi importanti per i cittadini e le comunità locali. In caso contrario- aggiunge l’assessore- prenderemo atto della decisione del ministero, ovviamente applicandola, altrettanto consapevoli di aver percorso tutte le strade possibili per evitare la sospensione del servizio di assistenza al parto, certi comunque che le strutture sanitarie di cui stiamo parlando, sulle quali stiamo investendo risorse per potenziare e innovare i servizi, saranno comunque in grado di assistere le partorienti e i loro bambini garantendo alti standard di qualità. Voglio infatti ricordare- chiude Venturi- che c’è un potenziamento dei servizi pre e post parto, con il registro delle gravidanze e l’assistenza attiva verso le donne”.

Ridefinizione dei bisogni assistenzialisicurezza delle cure e qualità dell’assistenza sono i criteri di analisi della rete Percorso nascita regionale utilizzati dalla Commissione tecnico consultiva. Rete che conta attualmente 26 punti nascita attivi, di cui 17 Spoke e 9 Hub, distribuiti sul territorio dell’Emilia-Romagna. L’attenzione della Commissione si è concentrata sull’attività degli Spoke, i centri periferici rispetto ai grandi ospedali nelle città; al termine del lavoro svolto, all’interno della Relazione, la Commissione propone di chiedere al Comitato Percorso Nascita nazionale la concessione della deroga alla chiusura per i soli punti nascita di Mirandola e di Cento, nel cratere, purché siano rispettati i criteri necessari. Alla fine del 2017, termine del periodo di osservazione, la situazione sarà riesaminata alla luce dei risultati conseguiti. La Commissione ha infatti considerato l’impatto che il terremoto del maggio 2012 ha avuto – in particolare – sui territori di Mirandola e di Cento dove, per problemi strutturali e di sicurezza, le funzioni dei punti nascita sono state sospese o limitate per alcuni mesi; territori dove tuttora persistono effetti dell’evento sismico. In entrambi i punti nascita il volume di attività, negli anni precedenti al sisma, era superiore ai 500 parti l’anno. 

Nella galleria, immagini del punto nascita di Mirandola

Sostegno bipartisan, da Pd, Ln, M5s e Si alla scelta della Giunta regionale sulla richiesta di deroga.

Sostegno da maggioranza e opposizione alla scelta della Giunta regionale di chiedere la deroga per non sospendere l’attività di assistenza al parto nei punti nascita reggiani di Castelnovo ne’ Monti e Scandiano, nei due modenesi di Pavullo nel Frignano e Mirandola, in quello parmigiano di Borgo Val di Taro e in quello ferrarese di Cento. “Il tema deroghe riguarda la politica, la Giunta ha esaminato il documento redatto dalla Commissione tecnico-consultiva sul percorso nascita e ha comunque deciso di chiedere al ministero la deroga per i sei punti nascita”. L’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, è intervento nella seduta congiunta della commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, e della commissione per la Parità e per i diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori. Nella relazione della Commissione tecnico-consultiva, presentata durante la seduta, si afferma invece la necessità di sospendere l’assistenza al parto nei punti nascita di Borgo Val di Taro, Castelnovo ne’ Monti, Scandiano e Pavullo nel Frignano, mentre si propone di chiedere la concessione della deroga alla chiusura per i soli punti nascita di Mirandola e di Cento. “Se come proposto dalla Commissione tecnico-consultiva- ha dichiarato Gabriele Delmonte (Ln)– verranno chiuse le strutture di Castelnovo ne’ Monti, Scandiano, Pavullo e Borgotaro, a parte Sassuolo, non ci saranno più punti nascita sotto la via Emilia. Ci saremmo invece attesi dal gruppo di esperti proposte costruttive, soluzioni per proseguire l’attività nei quattro punti nascita”. Il consigliere è intervenuto anche sul tema sicurezza: “Ora ci dite che le condizioni nelle quattro strutture non sono adeguate, perché in passato non ci avete parlato di questi rischi?”. Delmonte ha poi evidenziato di condividere la scelta della Giunta: “Lavoriamo per adeguare i requisiti richiesti dal ministero”. “Bene la richiesta di deroga”, hanno rimarcato anche Raffaella Sensoli e Gian Luca Sassi del Movimento 5 stelle. La consigliera ha però parlato di “rischio di vedere chiusi questi punti nascita per l’incapacità di programmazione della politica”. Dello stesso tenore l’intervento di Giulia Gibertoni, dello stesso gruppo politico: “La richiesta di deroga non deve cadere nel vuoto, deve invece essere sostenuta con documenti che spieghino che cosa serve adesso per migliorare il livello dei servizi offerti”. I dati illustrati dalla Commissione sul percorso nascita, è intervenuto quindi Yuri Torri (Si), “sono importanti non solo per mettere in luce le criticità ma proprio per trovare soluzioni a quegli stessi problemi”. Dobbiamo, ha aggiunto, “percorrere la via che porta al compimento di queste soluzioni per mantenere e migliorare il livello di questo servizio”. Quindi, ha concluso, “siamo soddisfatti che l’assessore Venturi e la Giunta, chiedendo la deroga, abbiano mantenuti gli impegni presi”. Anche per Igor Taruffi, sempre di Sinistra italiana, “sono stati mantenuti gli impegni presi in Aula”. È stato, ha aggiunto, “un lungo percorso, particolarmente partecipato”. Questa richiesta di deroga, ha concluso, “non significa che tutto andrà bene, ma è il segnale che tutto quello che dovevamo fare è stato fatto”. Sono soddisfatta, ha dichiarato poi Manuela Rontini (Pd), “perché oltre alle richieste di deroghe andremo ad ampliare la dotazione di personale adeguandolo agli standard previsti per legge”. Infine, Luciana Serri, sempre del Partito democratico, ha ribadito che “la Giunta ha mantenuto il suo impegno”, aggiungendo che “ora si deve anche ragionare su come potenziare i servizi e l’assistenza nell’intero percorso dall’inizio della gravidanza fino al puerperio a supporto della genitorialità”. Serri ha sottolineato anche con preoccupazione il calo di nascite in regione, che ha raggiunto nel 2017 i 700 nati in meno rispetto all’anno passato. Una situazione, ha concluso, che “deve indurci a riflettere su politiche nuove di sostegno alla nascita, integrando politiche sanitarie e politiche sociali”. Nella relazione della Commissione sul percorso nascita si pone l’accento sulla diminuzione dei parti in Emilia-Romagna, dell’11 per cento nell’ultimo quinquennio (meno 51,2 per cento a Pavullo, meno 39,9 a Borgotaro, meno 39,4 a Scandiano e meno 22,4 a Castelnovo). Inoltre, nel documento si parla di “complicazioni ostetriche più frequenti negli ospedali a basso volume di attività”, oltre a essere rilevato il problema della carenza di personale dedicato. Anche relativamente ai dati sul tasso di tagli cesarei si evidenziano problemi, in particolare, a Castelnovo e Borgotaro. 

Nella galleria, l’audizione dell’assessore Venturi in Commissione

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