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Anche i “grandi” sbagliano

da | Set 20, 2017 | Glocal | 0 commenti

di Andrea Lodi

“Vamos a la playa”, cantavano i Righeira agli inizi degli anni 80. E ben 90 milioni di turisti, nell’estate del 2017, hanno raccolto l’invito del duo torinese. Un obiettivo mai raggiunto in passato.

L’estate del 2017 ha infatti visto l’Europa, con l’Italia tra le prime posizioni, rivestire un ruolo da protagonista nel comparto turistico.

Numeri da capogiro, che hanno visto gli operatori del settore impegnati assiduamente a gestire flussi turistici di una tale portata. Compagnie aeree incluse.

I piloti della compagnia low cost Ryanair, devono avere fatto molti straordinari nei periodi caldi del turismo internazionale, per scorrazzare nelle mete più ambite, milioni di turisti eccitati da mesi di totale dedizione alle proprie arti e professioni. E così, a cominciare dal mese di settembre, e per i mesi successivi, hanno deciso in massa, di prendersi le tanto agognate ferie. Qualcosa però non deve aver funzionato bene negli uffici della blasonata compagnia low cost, al punto che Ryanair ha dovuto cancellare più di 700 voli, in arrivo e in partenza dagli aeroporti italiani, a causa della mancanza di piloti.

Una nota diffusa dalla compagnia irlandese, infatti, annuncia un taglio di 50 tratte giornaliere a causa di problemi organizzativi.

Saranno circa 400 mila i passeggeri che dovranno rinunciare a prendere i voli prenotati, per un costo del rimborso dei biglietti, che graverà sulla compagnia per oltre 20 milioni di euro.

Si teme un calo d’immagine della blasonata compagnia aerea irlandese, anche se il titolo in borsa, in queste giornate convulse non sembra aver sofferto più di tanto (una perdita del 5%, con una ripresa ed una flessione che si aggira sul 2,5%). Ciò che preoccupa maggiormente il management irlandese, infatti, “è’ il danno potenziale a lungo termine”, spiega un analista di Rbc Capital Markets all’agenzia Bloomberg, sottolineando che se la compagnia dovesse essere considerata “inaffidabile e meno puntuale” a rischio ci sono le “prenotazioni future”, in particolare per i viaggi d’affari.

Intanto Ryanair ha promesso ai suoi piloti premi fino a 12.000 euro, qualora accettassero una parziale riduzione delle ferie.

Se volete ciò che sta accadendo a Ryanair può essere considerata una sorta di “allegoria del capitalismo avanzato”. Si realizzano “sistemi” altamente complessi, con oltre 10 mila addetti, 382 aerei, 195 destinazioni, per un fatturato che si aggira sui 6,5 miliardi di euro, e basta il mal funzionamento del software di gestione delle ferie del personale di volo (ad esempio), per far sì che un meccanismo così ben oliato si inceppi.

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