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Quella neve mancata che fa disastri, il commento del meteorologo Luca Lombroso

da | Gen 19, 2014 | Notizie | 7 commenti

sotto il ponte Tav“Senza per questo spaventarsi, è necessario essere pronti alle peggiori eventualità e a modificare i normali tempi di vita e lavoro.
Ricordatevi che case e luoghi in passato ritenuti al sicuro non è detto lo siano ancora e ancor più lo siano in futuro, anche in regola con permessi, licenze edilizie ecc perché l’ambiente cambia più velocemente delle normative e degli scenari di rischio”.
Ecco come commenta il metereologo Luca Lombroso, che posta anche foto della piena del Secchia

Sul suo profilo Facebook si legge “Piogge torrenziali in #emiliaromagna  (…) e anche nel Modenese valori straordinari (prima che il clima cambiasse) per il mese di gennaio.
Peraltro, zero termico a 2000 m, quindi con pioggia anche a quote alte.

luca lombrosoIn un clima normale, senza global warming, oltre che difficilmente a gennaio (e non solo) si avrebbero simili precipitazioni questa sarebbe neve che poi fonderebbe gradualmente a primavera, evitando le piene straordinarie già in atto e portando l’acqua quando serve.

Un paio di puntualizzazioni, veloci ma per far chiarezza

  • 1) con simili piogge piene e, senza opere di difesa idraulica (casse d’espansione) alluvioni sono fisiologiche e inevitabili
  • 2) piene e alluvioni NON dipendono dalla “scarsa manutenzione”
  • 3) le casse d’espansione, benché ormai palesemente insufficienti, funzionano e furono un’opera lungimirante per il nostro territorio
  • 4) ampliarle e migliorarle non vuol dire cavare ghiaia
  • 5) dragare i fiumi è la più grande fesseria che si possa pensare: significa traformarli in canali!
  • 6) molti danni vengono dal passato, esempio la tramezza di Castellarano che ha causato erosioni scavando quasi un canyon a valle di Sassuolo, facendo si che l’acqua scorre più veloce e impetuosa
  • 7) i danni possono e devono essere comunque limitati attraverso la cura del territorio, la giusta e corretta manutenzione e soprattutto prevenzione.
  • 8) non esiste però la “messa in sicurezza”, almeno in termini assoluti: il rischio si riduce, ma non si elimina proprio per definizione di rischio
  • 9) alzare e rinforzare gli argini? forse, ma ricordarsi che dietro un argine si sta asciutti finché l’argine tiene o il fiume non lo supera. In tal caso, diventa ancor più pericoloso
  • 10) adattamento al cambiamento climatico si, ma senza mitigazione e drastico taglio gas serra in futuro NON POTREMO SOPRAVVIVERE AGLI EVENTI ESTREMI.

Detto questo, piove, e pioverà ancora parecchio nelle prossime ore.

Quindi, senza per questo spaventarsi, è necessario essere pronti alle peggiori eventualità e a modificare i normali tempi di vita e lavoro.
Ricordatevi che case e luoghi in passato ritenuti al sicuro non è detto lo siano ancora e ancor più lo siano in futuro, anche in regola con permessi, licenze edilizie ecc perché l’ambiente cambia più velocemente delle normative e degli scenari di rischio.

Chiudo questo post che sono semplici “riflessioni a caldo”. E, per fortuna (grazie al gas di Putini) al caldo.

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