Li conosciamo soprattutto per i suoi usi militari, e per il dibattito che ne consegue. Dopo il terremoto li abbiamo visto all’opera a scrutare monumenti e palazzi in bilico, permettendo che la vista arrivasse dove fosse troppo pericoloso portare il corpo.
Sono i droni, aerei a pilotaggi remoti, evoluzione tecnologica dei vecchi aeroplanini radiocomandati che oggi riescono a fare molte cose: sparare, fotografare, effettuare riprese e altro ancora.
Nella Bassa in questi giorni ne abbiamo visto volare uno, e con la curiosità di saperne di più abbiamo intervistato il proprietario per farci spiegare come funzionano.
Ed ecco Michele Luppi, 45 anni, di Camposanto, responsabile commerciale in un’azienda con la passione (e il talento) per la fotografia. Un amore che lo ha portato a voler usare un mezzo tecnologico particolare – il drone, appunto – per creare nuove opere d’arte.
Quello che vi abbiamo mostrato è solo un tipo di drone, ne esistono diverse tipologie (4-6-8 pale, diversa potenza) a prezzi diversi.
L’uso è al momento regolamentato da norme basate soprattutto sulla tutela del segreto militare, della sicurezza dei cittadini e della privacy.
E ora, saliamo in volo col drone!
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