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Sala Baganza, l’alluvione dimenticata “festeggia” il 3° compleanno

da | Giu 11, 2014 | Ultime news | 0 commenti

L’alluvione del Modenese ha un precedente simile in Emilia, ne abbiamo parlato in quei brutti giorni di gennaio in cui l’acqua del Secchia invase mezza provincia: è l’alluvione di Sala Baganza, nel parmense, che oggi festeggia – si fa per dire – il suo terzo compleanno.

Ed ecco la lettere aperta del comitato alluvionati di Sala Baganza che volentieri pubblichiamo.

Tre anni sono passati da quel tragico sabato 11 giugno 2011 quando una bomba d’acqua aveva colpito il nostro territorio
(Sala Baganza, Collecchio e Fornovo) provocando un morto, feriti e milioni di euro di danni.
Anni di silenzio, indifferenza e poca incisività politica nel tutelare gli interessi dei cittadini che avevano subito danni
rilevanti alle proprie abitazioni.

Ad oggi si stanno affievolendo le speranza di vedersi riconosciuti il diritto ad essere risarciti da quelle istituzioni politiche
che predicano bene e razzolano male.
Un intero territorio è stato cancellato dalla mappa nazionale delle disgrazie: non avendo avuto il riconoscimento dello
stato di calamità si è volutamente creata di fatto una categoria di alluvionati invisibili e di serie B.
Purtroppo e con rabbia ribadiamo che siamo incappati in un vortice a spirale che attraverso lo scarica barile delle
responsabilità a livello locale, provinciale e regionale, si è determinato l’abbandono dei cittadini.

Come Comitato civico con tenacia ed ostinazione, attraverso la rete dei contatti che abbiamo instaurato a livello
nazionale, sopperendo alle non azioni degli amministratori, in questi 3 anni avevamo fatto accendere dei lumicini di
speranza per gli alluvionati, arrivando in Parlamento con delle interpellanze e attivando contatti in Regione per fare
pressione e riprendere da capo l’iter burocratico per richiedere lo stato di calamità. Il risultato purtroppo è zero assoluto
perché non vogliono pestarsi i piedi a vicenda, facendo parte dello stesso schieramento politico.

Il presidente Errani aveva detto con enfasi che non avrebbe lasciato nessuno in stato di abbandono dopo
l’ennesima calamità che impropriamente chiamano naturale. Ci venissero a spiegare pubblicamente perché noi siamo
stati lasciati soli!
Ancora in questi giorni l’Assessore Regionale alla Protezione Civile Paola Gazzolo in risposta ad una interpellanza in
Regione, sollecitata dal nostro Comitato, come un disco incantato ripropone l’elenco delle cose fatte e dei soldi spesi;
poche briciole in somma urgenza per il ripristino minimo dei danni alla cosa pubblica, omettendo di citare che i maggiori
danni li hanno subiti i cittadini privati.

Denunciamo il fatto che i sindaci che amministrano questi territori alluvionati, nonostante impegni sottoscritti, non hanno raggiunti i risultati promessi. Non si inverte la  rotta nelle scelte amministrative anche nonostante le leggi vimpongano una capillare informazione ai cittadini, manutenzione ordinaria dei  canali e dei fossi di scolo, attuazione di scelte urbanistiche strettamente correlate alle zone alluvionate.

Continueremo a denunciare e cercare di spezzare la cappa di silenzio ed indifferenza fatta calare anche grazie a falsi
paladini dell’ambiente, politici opportunisti che pensano solo al proprio orticello o al proprio cortile di casa e che non
rispondono mai pubblicamente delle proprie responsabilità.
Creare coscienza civica e ambientale vuol dire lottare per migliorare la qualità della vita del nostro territorio

Comitato 11 Giugno

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