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Sisma e Cavone, arriva l’interrogazione ministeriale per rendere pubblici i dati che mancano

da | Lug 8, 2014 | Ultime news | 0 commenti

Depositata una interrogazione al Ministro dello sviluppo economico con l’obiettivo di ottenere di rendere pubblici quei dati che ancora mancano, richiesti dai cittadini e dal mondo accademico e chiarire se sia possibile o meno escludere che il sisma del 20 giugno 2014, con profondità ipocentrale identica a quella del pozzo “Cavone 14” sia stato indotto dalle iniezioni effettuate nel pozzo stesso. Inoltre, si chiede se si ritiene che le reiniezioni di acque di giacimento nel pozzo  siano state eseguite nel rispetto della normativa che regola la tutela delle acque dall’inquinamento e se si ritenga l’area interessata idonea tettonicamente e sismicamente per la reiniezioni di fluidi nel sottosuolo. L’interrogazione, presentata dal deputato Vittorio Ferraresi del Movimento 5 Stelle nasce perchè “Non ci accontentiamo dei primi dati usciti dallo studio commissionato per verificare se le estrazioni di idrocarburi, e soprattutto l’immissione di acqua in pressione nel pozzo Cavone 14, siano o meno concausa dei sismi verificatisi negli ultimi anni nel nostro territorio pensiamo che questa ricerca sia carente sotto molti aspetti.

Manca, tra l’altro, una precisa ricostruzionedella struttura tridimensionale del giacimento e delle aree circostanti, manca una ricostruzione del contesto idrogeologico del sottosuolo attraversato dai pozzi per la definizione della geometria degli acquiferi e delle eventuali contaminazioni delle acque di falda. Le conclusioni pubblicate dal Rapporto del 27 giugno, che affermano che i fluidi iniettati nel pozzo 14 non causano modificazioni nei pozzi circostanti, sono banali risultanze note da tempo. ARPA, sezione di Modena, in un suo rapporto del 5 luglio 2011 già lo diceva:- Il pozzo Cavone 14 non ha interferenza con il resto del giacimento come è evidenziato dall’andamento erogativo dei pozzi limitrofi che non è stato interessato dall’ attività di reiniezione in corso da circa tre decenni.

Se già lo si sapeva con quale scopo si è speso soldi e tempo per un dato di per se inutile all’obiettivo prescritto dalla commissione ICHESE: – L’attuale stato delle conoscenze el’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia.   Pertanto sarebbe necessario avere almeno un quadro più completo possibile della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supportoall’analisi statistica. Forse solo allo scopo di tranquillizzare la popolazione e poter così permettere senza ostacoli la prosecuzione di trivellazioni e pompaggi anche in zona sismica? Perché è questo il sospetto che naturalmente viene.

Abbiamo chiesto, con una interrogazione depositata oggi, al Ministro dello sviluppo economico di rendere pubblici quei dati che ancora mancano, richiesti dai cittadini e dal mondo accademico; di chiarire se sia possibile o meno escludere che il sisma del 20 giugno 2014, con profondità ipocentrale identica a quella del pozzo “Cavone 14” sia stato indotto dalle iniezioni effettuate nel pozzo stesso; se si ritiene che le reiniezioni di acque di giacimento nel pozzo  siano state eseguite nel rispetto della normativa che regola la tutela delle acque dall’inquinamento e se si ritenga l’area interessata idonea tettonicamente e sismicamente per la reiniezioni di fluidi nel sottosuolo.
Ma abbiamo chiesto soprattutto –conclude il deputato – se non si ritenga necessario adottare un provvedimento che, in relazione alle aree del territorio nazionale ad alto e medio rischio sismico, vieti il rilascio di nuovi titoli minerari e sospenda l’efficacia dei titoli in corso”.

 

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