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Più di 500 minori nelle comunità di accoglienza in regione, si fa spazio ai nuovi

da | Set 9, 2014 | Ultime news | 0 commenti

Al 31 luglio scorso sono presenti nelle comunità di accoglienza dell’Emilia-Romagna 508 minori. In queste strutture/comunità vengono accolti ragazzi dai 12 ai 14 anni. E ora si è stabilito di consentire temporaneamente alle comunità che accolgono anche minori stranieri non accompagnati di accogliere un numero di ospiti superiore fino al 25% della capienza autorizzata. E’ quanto deciso da una delibera della Giunta regionale approvata a maggioranza (contrari Fi-Pdl; astenuta la Lega nord) dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Monica Donini.

Il provvedimento, ai sensi della direttiva approvata con Dgr 1904/11 e successive modificazioni, consente in via straordinaria ai Comuni di autorizzare, in accordo con il ministero dell’Interno anche tramite la Prefettura competente per territorio, “strutture temporanee in relazione alla situazione di emergenza costituita dal flusso straordinario sulle coste italiane di minori stranieri non accompagnati”.
Nella delibera si ricorda che al 31 luglio scorso sono presenti nelle comunità di accoglienza dell’Emilia-Romagna 508 minori. In queste strutture/comunità vengono accolti ragazzi dai 12 ai 14 anni.

Voto contrario da Luigi Giuseppe Villani e Andrea Pollastri (Fi-Pdl) che hanno criticato “l’incapacità del Governo ad affrontare il fenomeno migratorio sulle nostre coste”. I consiglieri, in particolare, hanno ribadito il no all’operazione “Mare Nostrum”. Pollastri, sul problema specifico dei minori, ha evidenziato “le difficoltà delle nostre strutture di accoglienza”.
Roberto Corradi (Lega nord) si èastenuto per le “finalità umanitarie del provvedimento” e ha comunque espresso perplessità sul mancato termine di scadenza della deroga che consente l’accoglienza.
Per Paola Marani (Pd), “è positiva e segno di saper governare le emergenze la proposta del presidente del Consiglio ai Paesi europei in merito all’arrivo di migranti: non deve essere solo l’Italia a gestire la pressione migratoria, ma tutta l’Europa”.

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