Bonaccini, la Procura contesta spese per 4.000 euro. “Ma proseguo le primarie”
Spese per circa 4 mila euro, per imborsi chilometrici, spese varie e pranzi, che lui giustifica come inerenti alle attività amministrative e al rapporto con il territorio” ma che secondo l’accusa mascheravano finanziamenti per l’attività politica pagati coi soldi pubblici. E’ questa la contestazione che la Procura di Bologna fa a carico di Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd sutosospeso e ora in corsa alle primarie per la presidenza della Regione. E’ quanto emerge dall’incontro che Bonaccini ha avuto oggi coi magistrati che indagano sulle “spese pazze” dei consiglieri regionali della legislatura in corso, in cui è coinvolto anche Matteo Richetti (che ha abbandonato la corsa alla presidenza della Regione) e Andrea Defranceschi (escluso dal suo Movimento 5 Stelle).
Bonaccini, però, non molla: “Ero sereno prima e sono ancora più sereno adesso. Abbiamo potuto dare – commenta all’uscita della Procura – spiegazioni per qualsiasi eventuale addebito. Sono sereno per aver sempre agito correttamente. Gli addebiti si riferiscono a spese abbastanza modeste. Abbiamo spiegato l’inerzia all’attività di consigliere regionale”, dunque “sono convinto che si possa proseguire la campagna”.
Domani l’avvocato di Bonaccini chiederà l’archiviazione dell’indagine.
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