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Defranceschi si ricandida: “Indagato in “Spese pazze” in veste di capogruppo”

da | Set 13, 2014 | Senza categoria | 0 commenti

DefranceschiSi, mi sono candidato con il Movimento 5 Stelle. Per la precisione, ho cliccato in automatico appena aperte le liste, prima di far caso all’introduzione del nuovo parametro di selezione. Quello di inquisito. Tuttavia lo riconfermo, perché sono consapevole di non aver ricevuto nessun documento che attesti quanto risulta dai giornali, ovvero che io sia effettivamente indagato”. Così Andrea Defranceschi, attuale capogruppo del gruppo consiliare in Regione del Movimento 5 Stelle dà notizia della sua ricandidatura alle elezioni regionali. Una scelta che fa allargare ancora il fronte del dissenso sul regolamento che si è dato il M5S che esclude anche chi – come Defranceschi – non ha condanne pregresse, o si trova – anche senza saperlo, perchè se il Magistrato indaga non ha l’obbligo di rendere noto formalmente all’indagato ciò che sta accadendo – inscritto nel registro degli indagati.

Specifica ancora il consigliere regionale: “Inoltre, per evitare confusioni, preciso che il mio casellario giudiziale è pulito. Limpido. Giacché come è noto, vi vengono iscritti soloprocedimenti penali in corso. Cosa che io non ho.

Il parametro nuovo è necessario ma scivoloso. Discutibile, perché ci espone al ricatto da parte di tutti i partiti e politici che attacchiamo: “Se ti voglio far fuori ti querelo così non ti candidi”. Se ben regolato invece, è un parametro prezioso. 

Per quanto mi riguarda, non avevo dubbi sul mio operato durante le indagini della Corte dei Conti, e non ne ho oggi. Né dovrebbero averne gli attivisti il Movimento, giacché a loro per primi ho sempre dato la possibilità di vedere come spendevamo i nostri soldi. Quelli dei cittadini. Perché la trasparenza è condivisione. Nessuna cena sul Lago del Garda, nessun viaggetto a Venezia o alla sede del partito, nessuna auto blu, nessun gioiello e nemmeno 50 centesimi per un bagno pubblico.  

Qualora poi risultassi effettivamente indagato in quanto capogruppo (e non in quanto consigliere a titolo personale, come pare essere in uso al Pd), va reso noto a chi vuole strumentalizzare la cosa, che è un atto d’ufficio obbligatorio se si vuole accedere al bilancio di un gruppo consiliare, di cui io sono responsabile penalmente. Tant’è vero che per tutti questi anni ho chiesto di vedere quelli del Pd e non mi è stato permesso, in quanto protetti – ebbene si – da privacy.  

Così come fin dall’inizio, convinto della necessità che la magistratura indaghi ciò che è inspiegabilmente secretato, ho chiesto che si andasse fino in fondo a questa indagine. E ho sempre portato per primo in procura ogni documento di cui venivo in possesso.

E tutt’oggi lo ribadisco, quando mi verrà, eventualmente, reso noto cosa può essere contestabile, chiarirò in procura l’uso legittimo di ogni centesimo, perché sono certo che di nuovo, si risolverà in un nulla di fatto. Proprio com’è successo al collega Davide Bono. 

Va da sé, che certo non mi candiderei nuovamente a guidare il Gruppo, ma esclusivamente come consigliere in attesa che si dimostri quanto detto, per mettere a disposizione la mia esperienza in 5 anni di battaglie, di cui la mia situazione attuale è il prezzo da pagare.

Sempre per questo motivo, sono stato in silenzio fino all’ultimo: per evitare che la mia posizione venisse strumentalizzata offuscando le elezioni regionali. Non è mia abitudine occupare la scena, che invece deve essere dedicata a ben altri dibattiti.

 Com’è noto, sono il primo che abitualmente fa un passo indietro per salvaguardare il Movimento e tutti i ragazzi che vi lavorano e si impegnano. Ma non uno di più, perché fra questi ci sono anch’io. E rispetto il lavoro che ho fatto, e che proprio per il Movimento va difeso.  

Quindi  – chiude Defranceschi – continuerò a lottare, rimanendo come sempre, dalla stessa parte.

 

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