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Pd Modena, solidarietà a Richetti e Bonaccini: “Indagine non è condanna”

da | Set 10, 2014 | Elezioni | 0 commenti

“Un’indagine non è una condanna: Matteo, Stefano e quanti vivono questa situazione sono oggi come ieri pienamente legittimati a svolgere il compito istituzionale al quale sono stati chiamati e a candidarsi ai ruoli che in coscienza sentono di poter ricoprire, dimostrando il proprio valore e mettendo a frutto le proprie idee e quelle della comunità che li sostiene”.

E’ sostegno pieno e senza esitazioni quello che il Partito Democratico di Modena, a inchiesta giudiziaria aperta, dà ai due modenesi che si stanno giocando il futuro politico all’ombra delle primarie per la presidenza regionale, Matteo Richetti (che ha rinunciato conservando il ruolo di parlamentare) e Stefano Bonaccini, che a quanto pare non intende farlo.

«Il Partito democratico è, con i suoi alleati, il motore politico dello sviluppo di una Regione, l’Emilia-Romagna, capace di incontestabili risultati sul piano amministrativo e dei servizi: parliamo di un modello. Oggi  – si legge in una nota delal segretaria del Pd modenese Lucia Bursi – il Pd lavora per garantire alla Regione una guida capace di portare l’Emilia-Romagna a risultati nuovamente importanti.

C’è una comunità politica, un insieme di persone, che si riconosce in questo progetto: sono le donne e gli uomini del Partito Democratico, le donne e gli uomini del centrosinistra.

Questo percorso non sarà compromesso da indagini  che auspico si chiuderanno, e spero in tempi brevi, certificando la correttezza dell’operato delle persone coinvolte. Questa comunità è fatta di persone ed amministratori onesti e capaci.

La magistratura sta facendo il suo lavoro e compirà gli accertamenti necessari all’indagine: a questo stato di cose credo che ciascuna delle persone toccate possa e debba rispondere con scelte di carattere personale e politico assolutamente insindacabili e che meritano il massimo rispetto.

Un’indagine  – prosegue Bursi – non è una condanna: Matteo, Stefano e quanti vivono questa situazione sono oggi come ieri pienamente legittimati a svolgere il compito istituzionale al quale sono stati chiamati e a candidarsi ai ruoli che in coscienza sentono di poter ricoprire, dimostrando il proprio valore e mettendo a frutto le proprie idee e quelle della comunità che li sostiene.

Quindi piena fiducia nel lavoro della magistratura e altrettanta piena fiducia nel Pd, nelle sue donne, nei suoi uomini, nella sua classe dirigente e nei suoi amministratori: nella sua capacità di dare alla nostra Regione una guida politica e amministrativa di assoluto valore».

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