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Un solo Comune per tutta la Bassa, un’idea che piace

da | Ott 7, 2014 | Ultime news | 0 commenti

“Il Comune unico nella Bassa, è una proposta che ci sentiamo di condividere. Rappresenterebbe non solo una svolta concreta quanto un segnale tangibile di effettiva ripartenza in termini di: maggior peso nel confronto con le istituzioni, risparmio, semplificazione burocratica, accorpamento dei servizi, con ricadute positive su cittadini ed imprese. Una nuova pagina di storia per un intero territorio, pesantemente segnato dal sisma”, questa l’opinione di Confesercenti Area Nord, l’indomani della proposta avanzata dal sindaco di Mirandola Maino Benatti.

 

Il primo passo, secondo l’Associazione imprenditoriale  che la spiega in una nota – prendendo spunto dalle parole del primo cittadino di Mirandola – dovrebbe essere proprio quello di rafforzare il legame tra quei comuni contigui alla città dei Pico e con la quale hanno già rapporti. “Pensiamo a Concordia, Cavezzo, San Prospero, San Possidonio, Medolla. Accumunati già dall’unificazione di servizi come lo sportello unico per le imprese, la riscossione dei tributi, i servizi sociali, la formazione, il marketing territoriale e la polizia intercomunale e che con un ulteriore passo in avanti consentirebbe di mettere in rete anche i mancanti, oggi ancora di pertinenza dei singoli comuni, compresi quelli più piccoli”. Il riferimento di Confesercenti va a commercio, attività produttive, urbanistica: “Un unico punto di riferimento, consentirebbe lo snellimento delle pratiche burocratiche oltre ad efficientare i tempi di risposta alle reali esigenze del mondo imprenditoriale e al tempo stesso valicare quegli handicap venutisi a creare, specie nei comuni di limitate dimensioni, in termini di risorse economiche e di personale.” 

“Chiaro però – aggiunge sempre Confesercenti – che rimane il gap delle distanze da colmare. Per questo riteniamo opportuno, sulla falsariga di quanto avviene nelle città, l’importanza dei collegamenti con la sede centrale del comune con i centri periferici. Con l’apertura, magari mantenendo anche le attuali sedi istituzionali, o di creare punti locali di riferimento e di prima risposta ai cittadini.” 

Altro aspetto fondamentale e da non sottovalutare sempre in termini di costi è secondo l’Associazione poi, il conseguente snellimento dell’apparato politico locale che deriverebbe dalla creazione di un Comune unico per la bassa. “Con una unica collocazione della residenza municipale, i tempi di elaborazione delle scelte amministrative risulterebbero accelerati e di conseguenza ci sarebbe un risparmio economico nei costi complessivi di gestione. Resta il fatto però che tale percorso deve prevedere un iter partecipato e condiviso da parte dei cittadini come pure da parte del mondo economico dell’Area nord della provincia di Modena”, conclude Confesercenti.

 

E i piccoli Comuni cosa dicono? Non c’è propriamente entusiasmo tra i sindaci – che nel caso perderebbero la poltrona – e ricordano i progetti che sono già in atto. In particolare, l’idea di creare una nuova fusione tra San Prospero, Medolla e Cavezzo, e quella di rafforzare l’Unione Comuni Area Nord.

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