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Economia, produzione stabile per le imprese modenesi

da | Feb 26, 2015 | In Primo Piano, Economia | 0 commenti

Le imprese manifatturiere della provincia di Modena hanno chiuso l’anno 2014 con una produzione pressoché stazionaria sui livelli dell’anno precedente: la variazione percentuale registrata infatti è stata del -0,1%; il fatturato è apparso invece in leggero aumento: +3%; gli ordini dal mercato interno sono diminuiti solo del -0,7% mentre quelli dall’estero sono cresciuti del +2,6%; la quota di vendite realizzate sui mercati internazionali è risultata in media del 37,3%. Questo in estrema sintesi il bilancio annuale delle rilevazioni congiunturali trimestrali effettuate dalla Camera di Commercio intervistando un campione di imprese della provincia di Modena.

L’indagine, svolta in collaborazione con Cna e Confindustria provinciali, ha evidenziato nell’ultimo trimestre 2014 il permanere di una situazione di incertezza con tendenze contrastanti: mentre la produzione e il fatturato tornano in territorio positivo con variazioni del +1,4% e +1,6% rispetto al quarto trimestre del 2013, gli ordini appaiono in flessione del -3,2% nel mercato domestico e del -0,6% in quello estero. Pare quindi subire una momentanea battuta d’arresto l’attività esportativa che ha consentito fino ad ora di mantenere soddisfacenti livelli di produzione. Questo segnale è confermato anche dalla progressiva erosione della quota di fatturato proveniente dall’export, che dal 39,8% di inizio 2014 è arrivata al 34,3% a fine anno.

L’indagine prevede anche quesiti sulle previsioni a breve. Nel quarto trimestre del 2014 è nettamente peggiorata la quota percentuale di imprese che si attende un incremento di produzione: soltanto il 4,7%. La stragrande maggioranza (89%) prospetta una situazione di stabilità, mentre solo il 6,3% indica un calo dei livelli produttivi.

Un dato preoccupante è l’improvviso aumento della quota di imprese che prevede di ridurre l’occupazione, che si attesta nel quarto trimestre sul 32,2%, mentre il 65,1% indica stazionarietà e soltanto il 2,7% intende ingrandire la base occupazionale.

 

L’andamento settoriale

 

L’industria alimentare ha chiuso un 2014 sostanzialmente positivo: la produzione è aumentata del +4,8% e gli ordini sono cresciuti sia dall’interno (+2,2%) che dall’estero (+3,2%).

La maglieria ha vissuto un anno di lieve calo per la produzione (-1,5%) sostenuta tuttavia da ordinativi in aumento in particolare dal mercato italiano (+15%) ma anche da Paesi stranieri (+5,5%).

Il settore delle confezioni di abbigliamento ha mostrato un andamento altalenante chiudendo l’anno con una variazione media complessiva del -1,2% per la produzione, e un decremento del -7,5% nella raccolta ordinativi interni e -3,5% per quelli esteri.

Il 2014 ha visto un ridimensionamento degli indicatori anche nel settore ceramico che è apparso in difficoltà: -9,2% la produzione, -8,4% gli ordini interni e -8,3% gli ordini esteri.

Produzione stazionaria (+0,8%) e ordini in aumento nel 2014 per il settore prodotti in metallo, dove si registra una variazione positiva attorno al 4% sia nella domanda dal mercato interno sia dall’estero.

Più incerta invece la situazione del settore macchine e apparecchi meccanici dove la produzione è rimasta ferma sui livelli dell’anno precedente e gli ordini interni sono calati del -3,8%. Uno spiraglio si coglie sull’estero dove la raccolta ordini è aumentata del +1,3%, sempre nel 2014 rispetto al 2013.

I mercati internazionali sono apparsi particolarmente ricettivi (+19,8%) per il settore macchine e apparecchiature elettriche e elettroniche; la produzione è aumentata del +6,4% anche grazie all’incremento del +3,8% di ordini dall’Italia.

Il comparto che produce mezzi di trasporto e relativi componenti ha incrementato i volumi prodotti del +3,2% ma sono rimasti negativi gli ordini dall’interno (-14,5%) e stabili quelli dall’estero (-0,1%).

Il biomedicale, infine, ha mostrato una contrazione della produzione di 4,3 punti percentuali. La raccolta ordini tuttavia è rimasta positiva, con aumenti del +6,6% per il mercato domestico, e del +2,8% sui mercati internazionali.

 

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