Chi pagherà lo smaltimento delle tonnellate di amianto che si trovano nella Bassa dopo il terremoto? E’ una domanda cuui nessuno pare sapere rispondere. Non il Comune di San Felice sul Panaro, dove si sarebbe dovuto costruire un maxi deposito permanente per mettere in sicurezza i rifiuti a base di amianto accumulati dalla ditta Bianchini, ora nell’occhio del ciclone per l’inchiesta Aemilia sulle infiltrazioni mafiose della ricostruzione, in cui si prospetta che amianto sia sotterrato anche sotto scuole e nuove strutture. Non la Regione o l’Ausl, cui il Comune ha passato la palla e che finora sono rimasti in silenzio.Così la questione dello smaltimento dell’amianto della Bassa è arrivata a Roma, con una una interrogazione al Governo depositata dal Movimento 5 Stelle perché si faccia carico della questione.
Infatti secondo i pentastellati spetta al governo “individuare chi e come deve smaltire in sicurezza le quasi 100.000 tonnellate di materiale contaminato da amianto presente nel deposito della Bianchini a San Felice, e chi deve bonificare l’area”, per evitare che siano i cittadini a dover pagare una spesa stimata fino a 15 milioni di euro.