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Fondi ricostruzione, il Basso mantovano chiede aiuto all’Emilia

da | Apr 10, 2015 | In Primo Piano, Basso mantovano, Ricostruzione, Risarcimenti | 0 commenti

Da Quistello a Poggio Rusco, da Moglia a Sermide, da Suzzara a Villa Poma: c’è tutta un’area della Bassa, quella della provincia di Mantova che si trova a sud del Po, che ha geograficamente e storicamente molti punti in comune con il nostro territorio, a partire dall’agricoltura e dal dialetto per finire, più drammaticamente, con le ferite e i segni lasciati dal sisma. Solo che, essendo in provincia di Mantova, quell’area è appunto in Lombardia e, a tre anni dal terremoto, si trova a fare i conti con la mancanza di fondi per quanto riguarda la ricostruzione e, oggi, vuole chiedere aiuto all’Emilia.

Ne scrive in un articolo La Gazzetta di Mantova, secondo cui nell’area “i soldi per la ricostruzione post terremoto, penalizzata dalla mazzata del 6% imposta da Formigoni, devono essere trovati. È un pensiero unico che unisce destra e sinistra. Lo hanno dimostrato a chiare lettere i deputati del Pd Marco Carra e Giovanna Martelli che con il consigliere regionale di Forza Italia Annalisa Baroni hanno incontrato la sottosegretaria all’economia Paola De Micheli in un primo summit «per studiare il reperimento delle risorse necessarie a completare la ricostruzione»”.

“I soldi che il Governo Renzi ha stanziato per la ricostruzione – scrive ancora il quotidiano – non bastano perché il ripristino di case ed imprese supera di gran lunga i 366 milioni di euro arrivati alla Regione Lombardia, tra l’altro frutto di percentuali sbagliate dall’ex governatore Roberto Formigoni che ha assegnato appunto il 6,1% dei 6 miliardi destinati alla Lombardia“. Dove trovare le risorse, a chi chiedere? La Gazzetta di Mantova, a questo punto, svela la carta che i politici del Basso mantovano potrebbero giocarsi: “Da indiscrezioni, sembra che la prima strada ad essere scandagliata sarà quella emiliana. Alla regione vicina , infatti, va il 93,5% dei fondi. Un tesoretto che spinge i mantovani, stufi di sentirsi terremotati di serie B, ad andare a bussare alle porte del palazzo bolognese della Regione”.

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