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Comune rischia scioglimento per mafia, il Pd chiede le dimissioni del sindaco. Ma non è Finale Emilia

da | Gen 17, 2016 | In Primo Piano, Finale Emilia, Senza categoria | 0 commenti

C’è un Comune nella nostra regione in cui si rischia lo scioglimento per mafia. Il Pd, partito cui il primo cittadino non è iscritto ma di cui ha avuto il sostegno per le elezioni e in consiglio ora chiede le dimissioni del sindaco. Ma non è Finale Emilia.

Stiamo parlando di Brescello, nel reggiano, dove il Pd provinciale ha chiesto le dimissioni di Marcello Coffrini,  non iscritto, ma sostenuto anche dal partito, dove è stata nominata una commissione di accesso per valutare eventuali infiltrazioni mafiose e la sussistenza della necessità di scioglimento. Nei giorni scorsi anche Beppe Grillo si era scagliato contro Coffrini, chiedendone le dimissioni. la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le ultime affermazioni alla stampa locale: aveva infatti detto di non volersi dimettere in difesa del paese e di fare ricorso in caso di commissariamento, affermazioni che il Pd ha definito “inaccettabili”.
“E’ giunto il momento – ha scritto in una nota il Pd reggiano – da parte del sindaco di Brescello, di rendersi conto che se vuole difendere davvero il paese, le sue dimissioni sono urgenti ed inevitabili”.

A Finale Emilia il comportamento del Pd è diverso.Qui il Partito Democratico di fatto sostiene ancora il sindaco Fernando Ferioli, e ci si è inventati un’affiancamento da parte di una sorta di commissario politico. Ma ancora nessuno in maggioranza si sogna di chiedere le dimissioni come invece accade qualche chilometro più in là.

Eppure anche a Finale, come a Brescello18, si paventa lo scioglimento per infiltrazione mafiose del Comune. “Una strada già sollecitata dai commissari che per mesi hanno ispezionato atti amministrativi e struttura organizzativa del municipio. Qualora il rappresentante del Governo chiedesse, come appare possibile, lo scioglimento dell’amministrazione, il Ministero dell’Interno e il Consiglio dei Ministri si troverebbero per la prima volta dover procedere nei confronti un comune emiliano. L’amministrazione  – ricorda Repubblica – era stata sfiorata dall’inchiesta “Aemilia” della Dda di Bologna contro i clan della ‘ndrangheta. Nel corso dell’indagine l’allora responsabile comunale lavori pubblici era stato accusato di aver aiutato la “Bianchini Costruzioni” a ottenere appalti per la ricostruzione post terremoto. Cantieri nei quali avrebbero poi lavorato gli operai del boss Michele Bolognino”.

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