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Gas Rivara, il M5S: “Ora si rischia un deposito di anidride carbonica?”

da | Gen 18, 2016 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro, Senza categoria | 2 commenti

Il progetto di deposito gas da realizzare nel sottosuolo di Rivara è una partita chiusa definitivamente? Se per il Partito Democratico la parola  “fine” è stata ampiamente scritta e ora è il momento di festeggiare anni di lotte, per il Movimento 5 Stelle le cose stanno diversamente: sia perchè si tratta di una “delega al Governo“, il quale dovrà adottare i decreti entro 6 mesi ma soprattutto perchè, passato in cavalleria il progetto deposito gas naturale nella Bassa paventano che possa invece essere realizzato un deposito di anidride carbonica.

“Spiace interferire criticamente in un’atmosfera di “festa” e di compiacimento che ha sembra aver pervaso la Bassa ma quando si tratta del famigerato progetto dello stoccaggio di Rivara, è forse più che opportuno tenere alta la soglia critica e dell’attenzione piuttosto che farsi distrarre.

Considerata inoltre la linea d’azione del Governo in tema di energia e di idrcocarburi, ogni distrazione si pagherebbe infatti a caro prezzo. Per troppe volte infatti vari Sindaci ed esponenti del PD avevano annunciato trionfalisticamente la “fine” di questa scellerata iniziativa……salvo essere smentiti poco dopo da atti e fatti concreti.

E così anche questa volta, dopo l’ennesima uscita in prima pagina dei parlamentari del PD che hanno nuovamente e trionfalisticamente proclamato lo “stop definitivo per legge” a RGS (già ERG, controllata dalla Independent Resources plc, società quotata alla Borsa di Londra) si sono levati corsi di plauso, (auto)incensamento e (auto)glorificazione di Sindaci, deputati, consiglieri comunali e regionali. Con un comunicato stampa è stata attestata la “chiusura della partita” Rivara grazie ad un emendamento alla legge ad oggetto il collegato ambientale 2014 che contiene all’articolo 53 (ora articolo 70) comma 2, l’inciso “ritenere precluse le attività di stoccaggio di gas naturale in acquiferi profondi”, si legge in una nota di Vittorio Ferraresi.

Prosegue il lungo documento: “Già è alquanto singolare (e questo conferma che tanti hanno davvero, in buona o mala fede, una memoria analoga a quella dei pesci rossi) il dover “ringraziare” il PD per aver (forse) rimediato con questo emendamento (condivisibile nella forma ma migliorabile nella sostanza, come chiedeva M5S) al disastroso Decreto Legge “Sblocca Italia”.

E’ come dover ringraziare un politico per il fatto di …..non rubare !

Lo “Sblocca Italia” aveva infatti rimesso in pista, tra i tanti progetti altrettanto scellerati che infestavano il territorio nazionale e che sono tornati ad essere una minaccia, anche quello di Rivara. Un progetto che era arenato nella aule giudiziarie con ormai scarsissime possibilità grazie a ricorsi incrociati tra TAR e Consiglio di Stato. E’stato dunque il Governo ed in primis il PD a voler lo Sblocca Italia sicchè è stato il Governo/PD ad aver (ri)creato il problema e a livello locale. Dunque i “neo renziani della bassa” rischiavano di perdere la faccia.

Premesso che le questioni ambientali del territorio non dovrebbero dar luogo a “querelle” di “colore” o di “faccia” di politici ed amministratori, questo clima da “stadio” o da “finale di Champions” che periodicamente alimenta il PD locale appare davvero risibile ove si pensi alla contestuale devastazione che il PD sta portando avanti indefessamente sul resto del territorio, delle coste e del mare (permessi di ricerca che ormai tappezzano l’intero Mar Adriatico, trivellazioni, stoccaggi, navi piattaforma per la lavorazione di idrocarburi, gasdotti che arrivano sulle più belle coste italiane).

Premesso altresì che non vi è nulla di “definitivo” poiché si tratta di una “delega al Governo” (il quale dovrà adottare i decreti entro 6 mesi e fino a quando non li leggeremo, di “certo” e di “chiuso” non vi sarà sarà nulla), non smetteremo di vigilare e tantomeno di abbassare la guardia.

La miglior prova che la stessa RGS, ad oggi, non considera affatto “definitivi” o meglio “preclusivi” gli effetti della “norma Vaccari” rispetto al loro progetto la si evince dal sito istituzionale di Independent Resources plc (che è proprietaria di RGS a sua volta titolare del progetto Rivara):

http://www.ir-plc.com/

“Independent Resources has currently deferred its plans to construct a large underground storage (UGS) facility by storing natural gas in a deep, naturally fractured reservoir in Italy’s Po Valley. This project remains of interest to the company but until outstanding litigation in the administrative courts is resolved, the company is unable to move forwards and implement next steps.”

E non si dica che il sito web di questa società potrebbe non essere “aggiornato”: si tratta di una società quotata alla Borsa di Londra e se queste “asset” (a bilancio per milioni di euro), se fosse davvero stato azzerato da una norma di legge, avrebbe già dovuto essere oggetto di comunicazione agli investitori come fonte di perdita sul bilancio 2015.

Dunque vorrei sommessamente sottolineare che la “partita Rivara” mio avviso, deve considerarsi ancora aperta sia per quanto sopra ricordato sia per ulteriori aspetti che passo ad illustrare.

RGS ha progressivamente perso interesse (economico) per il progetto del mega stoccaggio di gas metano di Rivara. Il “ritorno” di eventuali investimenti in questo tipo di impianti, con il costante e continuo abbassarsi dei prezzi degli idrocarburi e con una tendenza destinata, secondo tutte le stime, a proseguire in negativo, sarebbe ormai anch’esso con segno negativo.

La domanda tuttavia è: come possiamo essere certi che desisterà lasciando per sempre perdere il sito di Rivara?

Forse in pochi sanno che questo sito attirò l’attenzione, agli inizi del 2000, non per lo stoccaggio di gas metano bensì per sperimentare attività di carbon capture storage – CCS ovvero il “sequestro” dell’anidride carbonica (prodotta da impianti industriali, di lavorazione etc.).

Poiché tuttavia dal 2002 in poi i prezzi degli idrocarburi erano tendenzialmente al rialzo, una volta studiata attentamente la cupola rocciosa e valutate le potenzialità, qualcuno pensò bene che vi fosse un ben più interessante e lucrativo business ovvero quello del gas metano. La CO2 (industriale) è in fin dei conti una specie di “rifiuto” che anziché essere disperso nell’aria si presta ad essere convogliata ed in pressione gestita con sistemi di stoccaggio fino alla re-iniezione nel sottosuolo.

Ma, rispetto al gas metano, era business ben più “povero” anzi neanche poteva definirsi “affare”. Questa attività era all’epoca ancora sperimentale.

Più di recente, essendo anche “incentivata”, è diventata di interesse sia economico che “ambientale” poiché, come noto, l’eccesso di anidride carbonica generatasi da attività antropiche, costituisce uno dei fattori che hanno maggiori responsabilità sul cambiamento climatico. Ci sono dunque iniziative e ben altri interessi in gioco in questo momento, rispetto al gas metano, tra cui proprio gli stoccaggi di anidride carbonica.

La stessa RGS (sarà un caso !) ha iniziato ad operare proprio in questo settore.

E cioè RGS (già “bloccata” da tempo nelle aule giudiziarie sul quel progetto) nemmeno aveva forse più alcuna intenzione di investire milioni di euro in uno stoccaggio di gas metano: avrebbe rischiato di comprare gas ad un prezzo, di doverlo gestire e stoccare per poi essere costretta a rivenderlo ad un prezzo…inferiore!

Dunque diciamo che RGS, manco forse se ne è accorta della legge delega.

Il secondo dubbio sovviene leggendo proprio l’iter del collegato ambientale e i vari testi degli emendamenti, tra quelli proposti e quello approvato.

 

Come potete leggere dalla foto in alto l’emendamento che dovrebbe chiudere il sipario sulla vicenda stoccaggio gas metano ma soprattutto (cosa più interessante almeno per gli abitanti del territorio) sul sito di Rivara, era il 53.100 del Relatore (PD) Vaccari.

La prima versione vietava non solo i depositi di gas naturale in acquifero profondo ma anche quelli di anidride carbonica. Successivamente è stato tuttavia riformulato 53.100 (testo 2) dallo stesso Sen. Vaccari ed il nuovo testo (sarà un caso?) contempla solo i depositi di gas naturale e non più l’anidride carbonica.

Nel contempo è stata bocciata la proposta del Movimento 5 Stelle nella cui formulazione era compresa l’anidride carbonica (e dunque aderiva in sostanza a quella del Sen. Vaccari salvo l’aggiunta nel divieto anche del GPL oltre che dell’anidride carbonica: emendamento SERRA 53.100/1).

Proposta dunque respinto dalla maggioranza mentre veniva accolta quella di Vaccari ancorchè “epurata” dalla parolina “anidride carbonica” (che dunque nella legge delega ….non c’è.) Sarebbe pertanto interessante che il Sen. Vaccari, ripresosi da applausi ed ovazioni, spiegasse il perché di quella “sforbiciata”.

Anche perché “gas naturale” non comprende “anidride carbonica”.

Anche perché la regione Emilia Romagna sugli stoccaggi di anidride carbonica sembra essere estremamente “aperta” e disponibile ad imprenditori che si “offrano” per questo tipo di progetti ed iniziative (ancorchè sia arduo comprendere cosa possa esservi di industrial/imprenditoriale in un’attività che a ben vedere è del tutto equivalente a quella del “mettere la polvere sotto il tappeto”).

In queste condizioni possiamo dunque davvero essere certi che la frazione di Rivara abbia perduto ogni interesse ed “attrattiva” per Independent Resources ? Che il sito locale o il progetto originario non possa essere “riconvertito” (o meglio, tornare alle origini !) per attività di stoccaggio (non vietato e non vietabile) di anidride carbonica ? E che in futuro potrebbero essere esclusivo appannaggio del Governo in quanto magari pure esse “strategiche” o “di interesse nazionale” ?

L’acquifero profondo e quella formazione rocciosa che tanto interesse (prima scientifico e poi economico) aveva suscitato anche all’interno di INGV, a fine anni novanta, primi anni duemila, è ancora esattamente lì, nel sottosuolo.

Possono/devono dunque “stare sereni”, i cittadini di Rivara, o devono attendersi una qualche “riconversione” ?

Esiste (da qualche parte) una “contropartita” a RGS per quanto concerne attività connesse alla “cattura” nel sottosuolo, terrestre o marittimo, di CO2 ?

In attesa delle risposte l’unica certezza è che qui nella Bassa, su questo tema, non vi sono eroi e vincitori e nessuno può “intestarsi” meriti e successi.

Brinderemo volentieri solo quando vedremo che su Rivara e sui nostri concittadini non aleggerà più l’ombra di RGS o di altra impresa che intendesse stoccare qualcosa sotto i piedi e sotto le case degli abitanti, in un sottosuolo che ha già “spiegato” efficacemente la sua conformazione e le sue criticità”.

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