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Banda di ladri e ricettatori a processo dopo le razzie nelle case

da | Feb 18, 2016 | In Primo Piano, Mirandola, Cavezzo, San Prospero | 0 commenti

Gioielli, ori, perle, automobili, borse di marca, computer, tablet, telefonini, vestiti e anche bigiotteria: è davvero ampio il bottino raccolto nel giro di pochi colpi da una banda di ladri e ricettatori, composta tutta da giovani uomini conterranei, provenienti da Durazzo, città albanese, e qui, ufficialmente disoccupati, vivono tra San Prospero e il capoluogo. La loro specializzazione sono i furti in casa, e ne avrebbero commessi davvero tanti tra la Bassa e il resto della provincia. Sono in questi giorni a processo a Modena cinque presunti ladri fra i 21 e i 37 anni, componenti di una banda di almeno sette persone.

Nel 2014, secondo l’accusa, avrebbero compiuto rapine in tutta la provincia e indagini sono in corso per verificare non ne abbiano commesse altre.

Trattando però solo l’ipotesi della procura di cui si sta dibattendo in aula, ecco come il Resto del Carlino ricostruisce il loro “lavoro. “Il ‘tour’ nelle abitazioni altrui parte dalla città, il 27 luglio 2014. Dopo aver forzato la finestra di un bagno, la banda riesce a prelevare otto telefoni cellulari, un iPhone5, tablet, pc, macchina fotografica, gioielli. Tra il 13 ed il 16 di agosto, con i residenti assenti per ferie e sempre in città: forzano la porta di un’altra abitazione e portano via una Fiat Panda 4×4, due collane, un braccialetto, un pc portatile, televisore, assegni, una chitarra classica. Sempre a Modena, il 3 settembre 2014: entrano ma il colpo fallisce, sono costretti a fuggire. Ci riprovano il 23 ottobre, dopo aver forzato l’inferriata di un bagno: prendono una giacca, un tablet, calzoni, catenine d’oro, profumi, ma, soprattutto, una Ford Focus parcheggiata all’esterno. A Castelnuovo Rangone, il primo novembre: quattro orologi, due blister di diamanti, orecchini di perle, una borsa Chanel, una valigetta ‘24 ore’ con carnet di assegni. Lo stesso giorno, il ‘colpaccio’ a Formigine: dopo aver forzato lo scuretto di una portafinestra della sala da pranzo, aprono la cassaforte al primo piano per fare man bassa di gioielli. Il valore di quanto viene portato via è di 110mila euro. Ma in mano ai ricettatori del gruppo gli inquirenti trovano refurtiva proveniente da altri furti in abitazione, consumati anche a Cavezzo, Spilamberto e Mirandola. Tutti oggetti di valore, dal tecnologico all’oro, che la batteria di topi d’appartamento era in grado, poi, di rivendere“.

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