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Cinema che fu: Chi trova un amico trova un tesoro

da | Apr 26, 2016 | Mirandola, Cinema, Recensioni | 0 commenti

Bud Spencer e Terence Hill vanno in trasferta su un’isola apparentemente deserta: tante emozioni formato famiglia, buona lettura!

La locandina

La locandina

La trama

Terence Hill dilapida il patrimonio dello zio Brady puntando su cavalli dalle dubbie probabilità di vincita, mentre Bud Spencer inizia una traversata oceanica sponsorizzato dalla marmellata Puffin, che in seguito butterà agli squali.
Quando Bud scopre di avere un clandestino vorrebbe impalarlo come vela aggiuntiva ma un imprevisto li porterà su quest’isola misteriosa.

Il film

Per una volta gli Oliver Onions non hanno scritto le musiche ma i fratelli La Bionda (per fortuna): troviamo atmosfere ipnotiche, a tratti caraibiche nelle note di Movin’ Cruisin che ci portano verso mondi lontani ancora incontaminati dall’uomo e dalla civiltà.

Uscito nel 1981, è riconducibile al filone americano di Bud Spencer e Terence Hill (Nati con la camicia, Due superpiedi quasi piatti, Poliziotto Super+ e così via) e sfrutta l’abbinamento classico Bud Spencer burbero e granitico contro Terence Hill saltimbanco sciupafemmine.

Appena ci addentriamo nei meandri dell’isola però la sceneggiatura scritta alle tre di notte sotto allucinogeni inizia a farsi sentire: nativi selvaggi che sembrano usciti da un cortometraggio Disney/Warner Bros degli anni ’40 (la serie dei corti censurati per razzismo, su Youtube potete trovarli tutti), uno stregone che sembra John Lennon e Mama, la donna dalle generose forme che ricorda film d’epoca ambientati nelle piantagioni di cotone.

Altro momento degno di nota l’arrivo dei pirati, tutti borchiati con vestiti in pelle attillati che li fa passare per un gruppo di scambisti dediti a pratiche sadomaso più che per corsari dei sette mari.

Dal testo finale nei titoli di coda viene specificato che i nativi dell’isola e le autorità locali hanno fornito una “cortese e generosa collaborazione” (per cui probabilmente ci saranno stati ingenti sgravi fiscali) e probabilmente, se è vero ciò che scrivono, non hanno mai visto una cinepresa in vita loro.
Il doppiaggio però rasenta i limiti della decenza, con un linguaggio da vu-cumprà e accenti di dubbia provenienza inseriti alla “come viene, viene”.

Le battute tra Terence Hill e Bud Spencer, per fortuna, risollevano l’intera pellicola, accantonando l’ondata indecente di malcostume presente nelle scene con la popolazione locale.

Concludendo

Un film che commuove dopo tanti anni per vari motivi, tra cui un’ondata di luoghi comuni esorbitante che sgorga ad ogni millimetro di pellicola, lasciandoci perplessi dopo 35 anni dalla sua uscita. Tuttavia le battute del duo e le gag disseminate con sapienza in vari momenti rendono il mix godibile, spensierato e scanzonato in linea con gli altri film della storica coppia.

Voto: 8 (per la simpatia)

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