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La “nuova” Cpl dopo la bufera: tavola rotonda con Cantone e il prefetto Di Bari

da | Mag 17, 2016 | Concordia | 0 commenti

Poletti, Cantone, Di Bari, coccagna e Gori

Poletti, Cantone, Di Bari, coccagna e Gori

Si è svolta oggi a Modena la Tavola Rotonda promossa e organizzata da Legacoop nazionale sul tema delle collaborazioni tra le istituzioni per ripristinare la legalità e tutelare l’occupazione. All’incontro sono intervenuti il presidente di Legacoop Nazionale Lusetti, il ministro del Lavoro Poletti, il presidente ANAC Cantone, il presidente di Cpl Concordia Gori, oltre al Prefetto di Modena Michele di Bari, a Barbara Coccagna dello staff dell’ANAC, al Presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini e della Provincia di Modena Muzzarelli.

Al termine dell’incontro il presidente di Cpl Concordia, Mauro, Gori ha dichiarato: “Il ‘caso CPL’ è quello di un grande gruppo cooperativo, colpito da un atto amministrativo che può avere effetti devastanti come l’interdittiva antimafia, che reagisce con grande determinazione e tempestività, adottando atti di dissociazione e discontinuità grazie ad una vasta partecipazione dei soci, che sconfigge la cultura del silenzio con la cultura della trasparenza e che oggi si propone sul mercato facendo della legalità un vantaggio competitivo, la leva della propria penetrazione nel mercato.

Il presidente di Cpl, Gori

Il presidente di Cpl, Gori

Pur avendo intrapreso questo percorso, c’è comunque il rischio che la nuova CPL sia costretta a pagare ancora per atti commessi dalle precedenti gestioni, che nulla più hanno da spartire con la realtà aziendale odierna. E’ pertanto necessario che la predisposizione delle linee guida da parte dell’ANAC valorizzi i percorsi virtuosi compiuti o intrapresi dalle aziende e sappia favorire un effetto di risanamento e di controllo delle imprese”.

Quello di Cpl non è in realtà l’unico caso, nella Bassa, di aziende che, dopo l’interdittiva antimafia, sono rientrate nella white list dopo il rinnovamento dei vertici aziendali e l’espulsione degli imputati nei vari processi o a seguito dell’amministrazione giudiziaria – è il caso ad esempio della Bianchini, come spiega a questo link di un anno fa Il Resto del Carlino – e che hanno potuto così tornare ad operare. In situazioni, peraltro, non semplici, perché per tutte era necessario riattivare la fiducia con committenti e fornitori dopo gli scandali che le avevano travolte e solo a seguito dell’interdittiva hanno potuto “ripulirsi” e rientrare in white list.

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