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“Ecco come Giulio Gerrini favoriva le imprese di Bianchini”. Le motivazioni della condanna di Aemilia

da | Ott 13, 2016 | In Primo Piano, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Senza categoria | 0 commenti

Ha avuto una condanna a due anni e quattro mesi, con il rito abbreviato, e sono state rese note adesso le motivazioni della condanna per abuso d’ufficio di Giulio Gerrini, dipendente del Comune di Finale Emilia che fino a poco tempo fa è stato capo ufficio tecnico dello stesso Comune.

“Le risultanze di indagine hanno convincentemente dimostrato che il tecnico comunale, agevolato da alcune evidenti convenienze, agiva senza il rispetto di trasparenza e di imparzialità che devono muovere l’operato della pubblica amministrazione”, si legge nel testo scritto dalla giudice Francesca Zavaglia. La giudice sottolinea come fossero stretti i rapporti con la ditta di San Felice sul Panaro della famiglia Bianchini, delle quella la magistrata  ricorda “particolare forma di collaborazione instaurata tra Michele Bolognino, l’unico dei capi zona che ha scelto il dibattimento, e l’impresa Bianchini Costruzioni di San Felice sul Panaro, considerata ‘soggetto ideale per il suo profondo radicamento nel territorio”. Insomma, il terremoto del 2012 in Emilia è stata un occasione utilissima alle imprese mafiose per infiltrarsi e condizionare la ricostruzione post sisma.

Il ruolo del dipendente del Comune di Finale Emilia non è stato quello di aver favorito l’associazione mafiosa (accusa da cui Gerrini è stato prosciolto), ma di aver intrattenuto rapporti che andavano oltre quelli previsti dal suo ruolo istituzionale con la Bianchini. “Nonostante l’esclusione dalla white list – si legge ancora nella motivazioni di condanna riportate da Il Resto del Carlino- il funzionario finalese ha continuato ad avvantaggiare la Bianchini costruzioni, attraverso due affidamenti diretti (il ripristino del campo Robinson e l’impianto sportivo di via Montegrappa) ed ha contemporaneamente perseguito  la sua opera in modo ancor più incisivo mediante l’irregolare affidamento di svariati lavori alla ditta Ios di Alessandro Bianchini, non soltanto priva della necessaria iscrizione alla White List, di Durc e finanche di un rapporto di anomala collaborazione, familiarità e reciproca convenienza. provano ampiamente la sussistenza del dolo. Sono molteplici  gli episodi nei quali si è sostanziata  l’attività di Gerrini nei confronti di Bianchini”.

Ed ecco il motivo per cui è caduta l’accusa di favoreggiamento per i mafiosi. “Non vi è prova in atti – scrive la giudice – da parte del Gerrini nè del fatto che Bianchini avesse condiviso con il tecnico comunale le sue frequentazioni o la strategia adottata per la forntura di manodopera”.

 

 

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