Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Lettere persiane – Natale, tempo di luminarie: nella Bassa è partito il grand prix degli addobbi

da | Dic 9, 2016 | Rubriche, Lettere persiane | 0 commenti

LETTERE PERSIANE

di Camilla Perugina

C’è chi le lascia appese da un anno all’altro – ed ecco omini vestiti di rosso abbarbicati sui balconi ad agosto – e chi, ogni volta, rinnova il parco mezzi, aumentando quantità, complessità e potenza. Siamo alle porte della riapertura del loop ‘luci di Natale’ e, anche qui nella Bassa, siamo già tutti pronti alla sfida che decreterà il migliore. Come spesso accade, la rincorsa agli addobbi natalizi si alimenta nonostante – e, forse, proprio per merito – lo schieramento opposto, quello dei minimal ad oltranza, che snobbano, criticano e rispondono a colpi di pareti bianche e giardini spogli. Ma il Natale, si sa, quando arriva, arriva. E così come l’annosa querelle del ‘con o senza uvetta’, anche quest’anno è arrivato dicembre e, con lui, le luci nei giardini. Peraltro, in queste Terre di Mezzo, di giardini ce n’è tanti! Esistono, ho saputo, aziende che per tutto l’anno si occupano di vendere luci di festa e pochi riescono a resistere dal fascino un po’ pruriginoso di riempire muri e prati di addobbi luminosi. Si va dal classico albero multicolor, a interi presepi luminosi; da Babbo Natale sulla slitta, a fontane di luce poste sul tetto. E chi più ne ha più ne metta, sembrerebbe… con la scusa, sempre valida, della felicità dei bambini.

 
Il top dei top, infine, si ha con l’aggiunta di altoparlanti che spandono nell’etere le musiche a tema. Io,personalmente, sto con le luci. Magari quelle più sobrie e eleganti, ma credo che l’atmosfera sia elemento fondante della tradizione. In fondo, il nostro Natale si arrampica sull’antichissima tradizione della festa della luce, quella che, dopo tutto, vince sulle tenebre. Il messaggio, quindi, è positivo, e non solo per i minori. Magari, Snoopy col berretto rosso o il pupazzo di neve gonfiabile – qui dove la neve, ormai, fatica a scendere e a breve potremo installare idromassaggi esterni anche in inverno – meglio lasciarli a Paesi più ‘burloni’ del nostro, ma ben vengano le strade illuminate (chissà se, da queste parti, a dicembre si finisce meno spesso nei fossi?), gli addobbi nelle vetrine e nei giardini. Sobrietà e austerity, la storia ci insegna, non fanno per noi. Importante, a mio avviso, è tenere la manifestazione luminosa legata alla tradizione.
 
Il Natale, piaccia o meno, è la nostra storia. Tramandiamone il senso. Raccontiamo dell’Avvento, delle radici storiche di una festa che nasce con l’uomo e ben
prima di Cristo, e, più di ogni altra cosa, accendiamole solo a dicembre. Non prima, non dopo. Per non dare l’idea che la festa sia sempre, ma che la vita è fatta di luci come di buio, in un ripetersi infinito di stagioni. E condividiamole, con i vicini di casa che festeggiano in modo diverso. Non per convincerli, ma per creare senso di appartenenza. Ad una terra straniera, ad esempio. Che a panettoni, nonni con la barba bianca che portano regali e lucine che ricordano le stelle e strappano sorrisi anche ai più seri, nessuno è capace di resistere a lungo.
 
 
 

Condividi su: