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Dopo il referendum la mobilitazione per l’ospedale di Mirandola non si ferma – VIDEO

da | Gen 23, 2017 | Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, San Possidonio, San Prospero, Salute | 0 commenti

E’ passato un anno, ormai, dalla lunga corsa che ha portato al referendum sull’ospedale di Mirandola. Come è andata a finire, si sa, ma ora, l’anima movimentista che fu cuore e anima di quella mobilitazione si è rivista,e promette nuove iniziative, E’ accaduto venerdì sera a Mirandola in occasione della proiezione del video “Mani sulla sanità“,  documentario d’inchiesta del collettivo Indygroundfilm che racconta tagli e lotte in tutta la nostra regione. Al Santa Maria Bianca, è stato spiegato durante la presentazione, sarebbero previsti 198 posti letti secondo il Pal. Ce ne sono invece 120. I parti, a regime, dovrebbero essere 500, invece siamo ancora a 420 l’anno. E si è parlato, nel video, di quel che è accaduto a Mirandola in occasione del referendum.

Un appuntamento che è piaciuto molto. “Soprattutto la parte che documenta la mobilitazione avvenuta a Mirandola per il referendum – commenta Nicoletta Magnoni del Movimento 5 Stelle di Cavezzo – Per la prima volta un consistente gruppo di cittadini (il 44%) ha “disubbidito” agli ordini di non andare a votare e si è presentato per compiere il proprio dovere civico e difendere l’ospedale della Bassa. È un buon segnale che fa sperare in un cambiamento in un futuro non lontano anche nella nostra zona”.

“MANI SULLA SANITA'”: Video Inchiesta sulla sanità pubblica from malgradotuttoblog on Vimeo.

Per questo si pensa a nuove iniziative: di protesta, ad esempio. Coprire balconi e finestre di tutta la Bassa con striscioni: “Salviamo l’ospedale di Mirandola”, è una delle idee. Una iniziativa che dovrebbe coprire davvero tutti i nove i Comuni dell’area Nord, di cui l’ospedale di Mirandola è il riferimento.

“Vorrei anche ricordare il contributo dato da cittadini dell’Area Nord non di Mirandola per l’organizzazione e la gestione delle operazioni referendarie: propaganda, volantinaggio, rappresentanti di lista, eccetera- spiega ancora Magnoni- Questo perché tutti i 9 comuni hanno bisogno di un ospedale funzionante e raggiungibile in tempi ragionevoli”.

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