Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Quei genitori che creano dal nulla un’opportunità di lavoro per i figli disabili

da | Mar 9, 2017 | In Primo Piano | 0 commenti

Si vedono a Finale Emilia e vengono da tutta la Bassa. Frequentano la banda Rulli Frulli, e hanno una bella collaborazione con Mani Tese. Sono i genitori di una quindicina di ragazzi disabili che vivono a San Prospero, a Finale, a Cavezzo, a Mirandola, a Medolla, a San Felice e che sabato scorso hanno organizzato la loro prima iniziativa pubblica per presentare il loro bel progetto. Quello di dare un futuro lavorativo ai loro figli disabili.

Sabato era il giorno del mercatino a Mani Tese, evento di per sè bello e seguito dove stavolta c’era un particolare in più: il bar era aperto e ha lavorato nell’ora del tè e dell’aperitivo. A gestirlo, un gruppo di ragazzi della Rulli Frulli, la band che è uno dei migliori progetti di integrazione d’Italia raccogliendo tra i suo 70 e passa componenti anche ragazzi disabili. Proprio loro, guidati dalla cuoca Paola, si sono cimentati in cucina e a servire ai tavoli.

Come è andata? Un successo. Non solo i ragazzi sono stati impeccabili, ma il cibo era davvero buono. “I ragazzi hanno anche cucinato dolci e torte, biscotti pe ril tè. Focacce, pizze, grissini, frittelle per l’aperativo.  E’ andato tutto liscio, sono stati benissimo, siamo rimasti stupiti, non solo nel servizio, anche in cucina, seguivano la cuoca Paola, è venuta tanta gente, segnale che abbiamo dato iniziale per testare i ragazzi al lavoro”, racconta Silvia Ferrario, mamma di Filippo, un 21enne con Sindrome di Down.

Ma non sarà un’iniziativa-spot. Anzi. “Abbiamo in progetto di mettere su una cooperativa sociale  – spiega la mamma – che si occuperà di un paio di ambiti diversi. Stiamo valutando ad esempio se aprire un locale, ce ne sarebbe uno di un nostro genitore, ad esempio. E vedremo come va la vendita dei prodotti del nostro orto, anche quella potrebbe essere una prospettiva”.

Orto? “Sì, i ragazzi coltiveranno parte del grande terreno che c’è a Finale Emilia dietro la sede di Mani Tese. Coi primi prodotti faremo un mercatino”.

Silvia, da cosa nasce la spinta all’autoimprenditorialità? “Dalla desolante constatazione che per i nostri ragazzi dopo la scuola non c’è più niente. I ragazzi dopo la scuola sono inesistenti per le le istituzioni perchè sono considerati non adatti al lavoro. Noi vogliamo dimostrate che possono lavorare, di esperienze in questo senso ce ne sono tante in Italia ma qui no, perchè?”.

Quindi sulle spalle dei genitori c’è anche la responsabilità del lavoro? “Noi ci dobbiamo attivare, deve partire dal basso questa voglia di fare e di dimostrare che è possibile . replica Silvia Ferrario – I ragazzi da quarta superiore hanno inserimenti lavoratori, un giorno a settimana con l’assistenza dellUnione Comuni Area Nord vanno nelle aziende,  ma sono progetti fini a se stessi ma dopo non c’è piàù nulla, A fine scuola, quando fanno i colloqui ma ci dicono che non c’è la possibilità di inserirli in azienda

Cosa vi sentire dire? “Suo figlio non è adatto a lavorare”, “Non abbiamo nulla da offrire”. Noi speriamo che dimostrandoglielo sul campo ci sia un cambio di rotta. Noi siamo abbandonati, non esiste nulla dopo la scuola. Ma non stiamo a piangerci addosso, è il momento di fare”.

Ed è anche il momento di attivare tutti gli aiuti e i sostegni pubblici per questi ragazzi che hanno tanta voglia di lavorare

 

Immagini del bar di Mani Tese gestito sabato scorso da un gruppo di ragazzi disabili.

 

Condividi su: