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Richiedenti asilo, Uniamoci: “Tanta ipocrisia e poca concretezza”

da | Mar 13, 2017 | Richiedenti asilo | 0 commenti

Il Gruppo Consigliare delle Liste Civiche in Area Nord, che fa riferimento a UNIAMOCI – Unione Modena Civica, è stato tra quelli che ha richiesto il Consiglio straordinario dell’Unione sul tema dell‘accoglienza ai migranti svoltosi martedì 7 marzo alla presenza della prefetta Paba, invitata dalla Giunta a fornire tutte le informazioni tecniche sul tema. Ecco il loro punto di vista sulla serata.

“Da consiglieri dell’Ente era un nostro preciso dovere e atto di rispetto per i nostri cittadini richiedere lo svolgimento di un dibattito istituzionale che servisse, come da nostre intenzioni, a sviscerare il tema dell’accoglienza ai migranti, soprattutto in relazione alla situazione della Bassa Modenese ancora sotto tutela dell’emergenza sisma e che vede calare dall’alto l’ennesima decisione presa altrove, senza diritto di replica e oltre tutto senza nessuno che rappresenti concretamente e senza ipocrisie il comun sentire di chi abita qui: famiglie, giovani, anziani che da anni tra terremoto e crisi economica vivono peripezie personali e che, ben lungi dall’avere mentalità e comportamenti razzisti, vogliono solamente chiedere alle istituzioni la dovuta attenzione, sia con misure che riportino il tessuto economico e sociale a livelli complessivamente accettabili, sia con politiche sociali e inclusive basate sul rispetto delle regole condivise, volte a unire, e non a dividere le persone in un periodo così critico e in un contesto così delicato come l’arrivo di richiedenti asilo. La decisione della Prefettura di collocare oltre 200 migranti nella Bassa terremotata ci ha lasciato allibiti, ma non sorpresi, perché le voci erano sempre più insistenti, nonostante le smentite. Ci sembra che i nostri Sindaci non siano stati altrettanto solerti con il Prefetto e le istituzioni nelle richieste di supporto territoriale riguardo alla sicurezza e alla sollecitudine nei pagamenti legati alla ricostruzione. Le soluzioni di accoglienza che verranno adottate si sviluppano secondo modalità alle quali la stessa parte più disagiata del nostro fragile tessuto sociale vorrebbe aspirare e attualmente non trova disponibili: parliamo ad esempio dei lavori socialmente utili che prima del 2012 venivano svolti dai cittadini della Bassa, italiani e immigrati regolari, con bassa professionalità per circa 300 Euro mensili. Inoltre i migranti di seconda accoglienza richiesti espressamente dai Sindaci Ucman, se muniti di ricevuta di verbalizzazione della domanda di protezione internazionale, potranno dopo 60 giorni essere regolarmente avviati al lavoro per fare gola alle aziende della zona che cercano personale dal costo stracciato. La stessa ricevuta consentirà loro di diventare residenti a tutti gli effetti del Comune ospitante e di inserirsi tra coloro che a ben 5 anni dal sisma hanno necessità di sostegno economico da parte dei servizi sociali locali a causa di problematiche ancora irrisolte. Per i migranti che non troveranno lavoro, è ovvio che si aprirà la strada dell’espediente. Quindi solo dei no? Noi diciamo: non adesso e non in questo modo. Non vogliamo che la nostra Bassa Modenese si presti a foraggiare un sistema di business che oltre tutto permette al mercato locale del lavoro di ottenere l’abbassamento dei livelli di tutela generali ottenuti in anni di lotta, che qualcuno forse ha improvvisamente dimenticato. Diverse domande sul tema dell’accoglienza ai migranti sono ancora in attesa di risposta a pochi giorni dai primi arrivi: dove, come e quando saranno ospitati non è dato sapere. Ci sono protocolli di intesa tra Comuni e Prefettura di cui non si conosce l’intero contenuto. Ancora una volta, le opinioni e vissuti dei cittadini – anche quando raccolti attraverso incontri pubblici – non sono tradotti da chi governa in istanze politiche e non modificano sostanzialmente le decisioni delle istituzioni. Siamo convinti che occorra maggior coinvolgimento su questi temi sensibili e che stia alle istituzioni illustrare pubblicamente le modalità di organizzazione dell’accoglienza, dimostrarne l’efficacia e rassicurare i cittadini che ciò che deve essere fatto, sia fatto per bene. Dai consiglieri di maggioranza in Unione Area Nord abbiamo però solo sentito ovvietà, riferimenti al Vangelo e alla Convenzione di Ginevra: niente che riguardi da vicino il territorio e il come sia meglio gestire la situazione. Concludiamo rilevando che da più parti in queste ultime settimane siamo stati sottoposti ad un “etichettamento abusivo” da vari soggetti, sia a livello personale che politico. UNIAMOCI è indipendente: non è né di destra, né di sinistra. È un laboratorio formato da amministratori locali per la costruzione di un’alternativa di governo concreta, che dialoga e collabora con chi siede all’opposizione nelle istituzioni sulla base di temi e azioni condivise, nell’interesse del nostro territorio e della sua comunità. In una Bassa che talvolta per motivi di conflitti di interesse preferisce ancora pensare per schemi da politica vetusta e polverosa, UNIAMOCI apre un nuovo scenario dove possono invece trovare casa tutti quelli che vogliono davvero fare la differenza, anche dopo aver avuto esperienze negative a casa dei partiti tradizionali. Sfidiamo volentieri chi pensa che dialogare e mirare a mediazioni alte non si possa fare: è un lavoro corposo, ma noi con pazienza ci riusciamo ogni volta.

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