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Chiusura della Oece a Cavezzo, il caso arriva a Bologna

da | Apr 19, 2017 | Cavezzo | 0 commenti

Chiusura della Oece a Cavezzo, mentre i lavoratori hanno cominicato una nuova ondata di sciopero, il caso arriva a Bologna. “Appena siamo venuti a conoscenza dell’annuncio del trasferimento di tutta la produzione dallo stabilimento di Cavezzo della ex Oece, ora Sherwin Williams, abbiamo preso contatto con l’amministrazione del Comune modenese e con i rappresentanti sindacali. Stiamo seguendo con attenzione la vicenda e attendiamo l’esito degli incontri, già programmati fra le parti, dai quali ci auguriamo un esito positivo a tutela del mantenimento di questo importante sito produttivo e la difesa della relativa occupazione presente in un territorio fortemente colpito dal sisma di cinque anni fa”. Così l’assessore regionale alle Attività produttive e alla ricostruzione post sisma, Palma Costi, alla notizia della chiusura, a ottobre prossimo, annunciata dalla dirigenza, dello stabilimento attivo dagli anni Settanta nel modenese e del relativo trasferimento a Pianoro, nel bolognese, dei 60 lavoratori finora occupati a Cavezzo.  
“Se fosse necessario- prosegue Costi– siamo pronti ad anticipare fin da subito la disponibilità della Regione a convocare un tavolo di salvaguardia occupazionale così come previsto dal Patto per il Lavoro”.

Sherwin Williams (ex Oece) di Cavezzo. La dichiarazione di Enrico Campedelli: l’azienda torni sui suoi passi e non chiuda la produzione della sede di Cavezzo.

La decisione della Sherwin Williams di chiudere definitivamente l’unità operativa di Cavezzo, decretando per i 57 addetti il trasferimento obbligatorio a Pianoro, desta forte preoccupazione e allarme.

La riorganizzazione della produzione sarebbe connessa al completamento della fase di acquisizione della ex Oece da parte del primo gruppo mondiale nella produzione di vernici. Non c’entrano quindi difficoltà produttive o di reddittività legate allo stabilimento di Cavezzo.

Il trasferimento coatto dei dipendenti a 100 km di distanza, impegnati su tre turni, per la maggior parte di loro, significherebbe però di fatto perdere il lavoro. Si perderebbero così professionalità e competenze per la stessa azienda, paradossalmente in un segmento che non attraversa difficoltà economiche. Bisogna fare di tutto per mantenere la produzione nel cratere del terremoto e non depauperare un’area già così pesantemente colpita dal sisma nel 2012. Auspico che l’azienda torni sui suoi passi e rilanci l’attività produttiva della sede di Cavezzo, salvaguardando i livelli occupazionali e gli investimenti, in modo da continuare a valorizzare le competenze professionali e l’attività produttiva della sede della Bassa modenese. Da parte mia garantisco che verificherò tutte le strade eventualmente percorribili davanti a una situazione che rischia di compromettere la stabilità lavorativa ed economica di decine di famiglie della zona: a partire dall’attivazione di un tavolo regionale da parte dell’Assessore Palma Costi, con la quale sto tenendomi in contatto, nel caso questa richiesta scaturisse dall’incontro che il Sindaco Lisa Luppi ha promosso oggi pomeriggio in Comune a Cavezzo.

 

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