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San Felice banca, chiusa la seconda Assemblea dell’era Guidetti

da | Apr 29, 2017 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro, Economia | 0 commenti

Con un’affollata presenza di soci (314) e dipendenti che si sono riuniti al PalaRound table di San Felice sul Panaro riempiendo tutti i parcheggi attorno, si è tenuta oggi l’Assemblea di Sanfelice 1893 Banca Popolare per l’approvazione di Bilancio. Si è trattato di un appuntamento particolarmente importante per la Banca che  – osserva una nota dell’istituto di credito – prosegue nel suo trend positivo chiudendo il secondo bilancio sotto la guida del direttore generale Leonello Guidetti, manager ai vertici dell’istituto dal 2015.

Anche se quest’anno non è previsto dividendo, è stata una giornata per consolidare e rassicurare soci e dipendenti che la banca è sulla retta via: il consiglio di amministrazione ha presentato un resoconto che conferma i dati positivi già evidenziati in occasione dell’Assemblea dei soci dell’anno precedente.
I dati di bilancio registrano un miglioramento delle performance con un aumento delle masse amministrate, pari al 5,50%. La raccolta totale è salita a 1,165 miliardi di euro. Un ulteriore indicatore positivo è quello relativo alla forte crescita della raccolta gestita che si chiude quest’anno con un incremento del 21% rispetto all’anno precedente.

Nel 2016 la Banca ha evidenziato il proprio sostegno all’economia reale, erogando nuovi finanziamenti all’industria, alle piccole e medie imprese e alle famiglie, come testimonia il valore degli impieghi che, alla fine dell’esercizio 2016, hanno raggiunto i 596 milioni di euro (contro i 561 milioni di euro del 2015, dati al netto dei finanziamenti “Sisma”). Il margine d’interesse cresce del 23,4% e le commissioni nette da servizi del 20,9%; a questi dati si affianca anche una riduzione dei costi generali pari al 4,5%.

Da rilevare il calo del deteriorato e un aumento delle coperture dello stesso che passano dal 39,2% al 43,5% , assorbendo in questo modo buona parte della redditività.

Dal punto di vista patrimoniale la San Felice1893 Banca Popolare continua ad esprimere un livello di eccellenza con il Tier 1 Ratio pari a 17,7% (17,2% nel 2015) abbondantemente al di sopra dei limiti richiesti da Banca d’Italia pari a 11,8%.

Questi dati permettono alla Banca di realizzare un utile pari a 283 mila euro.
L’Assemblea dei Soci ha inoltre nominato quattro amministratori in scadenza: Pier Luigi Capelli, Alberto Bergamini, Mario Meschieri e Emer Borsari: quest’ultimo confermato dall’Assemblea dopo la cooptazione avvenuta nel corso del 2016.

L’assemblea è stata arricchita da numerosi interventi da parte dei soci, a conferma di una presenza, scrivono i vertici dell’istituti di credito, sempre molto partecipe e attenta ai risultati della gestione.
Tra questi i sindaci di San Felice e Camposanto e i presidenti delle 2 associazioni dei soci. Tutti hanno auspicato il mantenimento dell’indirizzo intrapreso in questi due anni al fine di riportare la Banca alla distribuzione del dividendo.

Sul piatto anche l’ipotesi della trasformazione in spa. E’ quanto accaduto alle grandi banche popolari secondo le nuove previsioni di legge, anche se per le piccole come la San Felice (150 dipendenti e 23 filiali) non è obbligatoria. Per il momento lo sbarco in Borsa non è previsto, ma se n’è cominciato a parlare negli interventi dei soci.

 

Alla vigilia dell’assemblea è stata annunciata la costituzione dell’Associazione Azionisti-Soci di Sanfelice 1893 “Insieme per il futuro”, di cui è presidente l’imprenditore agricolo Costantino Marco Schiavi mentre i due vicepresidenti sono Alberto Bellodi e Luciano Teneggi con Francesco Schiavi tesoriere. Questo gruppo di soci rappresenta non meno del 10% del capitale della banca e il portavoce Alberto Bellodi sottolinea che «l’associazione desidera contribuire alla crescita e al consolidamento dell’istituto, perseguire un’adeguata valorizzazione degli investimenti azionari, non esclusa l’ipotesi di istituire nuovi assetti societari, ora non richiesti dal legislatore nel caso di banche minori ma comunque suggeriti e forse auspicabili». Un chiaro riferimento all’ipotesi di trasformazione in spa come avvenuto per le grandi banche popolari.

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