Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Cemento depotenziato, la scuola di Finale è antisismica. Ma non riaprirà a settembre

da | Giu 14, 2017 | In Primo Piano, Finale Emilia | 0 commenti

“Speranza e ottimismo”, dice il sindaco di Finale Emilia Sandro Palazzi. Le prime analisi dicono che il cemento delle scuole medie Frassoni garantisce l’antisismicità della struttura, ma non basta per poter dire che la scuola potrà aprire a settembre.

Si prospetta un altro anno difficile per ragazze e ragazzi delle medie finalesi, stretti in coabitazione con altri studenti  in una struttura provvisoria.

Se tutto va bene, solo nell’anno scolastico 2018-2019 la nuova scuola media aprirà. Per ora no.

Il sindaco questa mattina ha fatto il punto sullo stato dell’arte della scuola finita nell’occhio del ciclone dell’inchiesta cemento depotenziato del Tribunale di Modena che ipotizza l‘uso di materiale di scarsa qualità nella ricostruzione post sisma.

Notizia positiva è che la scuola è antisismica. L’incidente probatorio ha rivelato che il cemento  usato per le fondazioni della scuola è effettivamente di qualità inferiore rispetto al livello previsto dal bando, ma non tale da inficiare la sicurezza dello stabile.

Tecnicamente parlando, la struttura nella parte in elevazione rispettanto le prescrizioni che erano state richieste dal Comune di usare un calcestruzzo di densità compresa fra 30 e 40.

Invece le imprese sono andate al risparmio (e su questo si pronuncerà il Tribunale penale) sulle fondamenta della scuola.  Il bando chiedeva di usare materiale con densità di cemento tra 25 e 30, invece è stato usato materiale con una classe di resistenza tra 20 e 25. Un risparmio di una manciata di euro per un cemento depotenziato rispetto alle richieste, ma non acqua e sabbia, insomma.

Serviranno piccole opere di consolidamento? Si vedrà. Il Comune pretende una scuola che abbia un grado di sicurezza di quarto livello, il più alto. Non si sa, con questi dati, se lo sia effettivamente o no (si scoprirà tra qualche mese dal processo in Tribunale). Nell’attesa però, niente scuola.

“La scuola riaprirà solo come dove a essere, di quarto grado strategico. Non riaprirò la scuola se non ci sono certezze”, promette il sindaco.

Per quanto riguarda, invece, la questione risarcimento fanno, come spiega il sindaco nel video la strada è quella giudiziaria, ed è ancora lunga.

 

La nota del Comune

Lo scorso 1 giugno è stato depositato presso il Tribunale di Modena l’esito dell’incidente probatorio svolto daitecnici dell’Università Federico II di Napoli che hanno svolto i loro rilievi sulla struttura della Scuola Secondaria di Primo Grado “Cesare Frassoni”, costruita in viale della Rinascita con il contributo di tanti donatori e che avrebbedovuto ospitare già dallo scorso anno scolastico gli studenti delle scuole medie finalesi.

Scuola che non è però mai stata consegnata alla collettività perché al centro di un’indagine giudiziaria per l’utlizzonella sua edificazione di cemento depotenziato.

I risultati delle analisi svolte dati tecnici incaricati dal Tribunale di Modena sul cemento utilizzato nella costruzionedella Scuola sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal sindaco di Finale Emilia Sandro Palazzi.

“L’incidente probatorio ha evidenziato – ha detto Palazzi – che per le parti in elevazione non sussistono problemistrutturali di nessun tipo e il calcestruzzo utilizzato è conforme a quanto richiesto dal progetto. Qualche problema èemerso, invece, per la classe di resistenza del calcestruzzo utilizzato per le fondazioni, leggermente inferiorerispetto a quella prevista dal progetto. Alla domanda posta dall’incidente probatorio, però, la risposta è stata che,comunque, il tipo di cemento utilizzato per la costruzione della scuola è compatibile in termini di sicurezza con unastruttura antisismica di quel tipo, cioè una scuola”.

Ciò però non significa che l’amministrazione possa prendere in carico e aprire subito la scuola. “E’ comunque unfatto positivo – aggiunge Palazzi – in primo luogo perché l’indagine conferma i dati dei cartotaggi commissionati danoi e dalla Regione ed eseguiti dal Politecnico di Milano nel luglio-agosto dell’anno scorso. In seconda battuta,perché si tratta di una base di partenza importante per la procedura di ‘accertamento tecnico preventivo’, attivatadall’azienda costruttrice per fare una fotografia della struttura statica della scuola in questo momento”.

L’accertamento tecnico preventivo è un procedimento cautelare, volto a stabilire, quasi congelandole, le cause tecniche oggettive che possono aver determinato un vizio. Questa procedura, che si svolge in ambito civile, è incorso e potrebbe durare ancora un paio di mesi.

“Al suo termine – conclude Palazzi – il Tribunale dovrà pronunciarsi, dopo aver fatto proprie le conclusioni deitecnici incaricati, anche per quantificare il danno patrimoniale che l’amministrazione ha subito. Le conclusioni a cuiarriverà il Tribunale si baseranno, inevitabilmente, pure sull’esito dell’incidente probatorio eseguito per l’ambitopenale della vicenda. Se il pronunciamento del Tribunale dovesse essere favorevole alla riapertura della scuola siaccelererebbero i tempi, anche se l’utilizzo della nuova scuola non potrà certamente avvenire per l’avvio delprossimo anno scolastico. In ogni caso gli studenti e i docenti entreranno nella nuova scuola solo edesclusivamente quando verrà certificato che l’edificio risponde in tutto e per tutto, in particolare per il livellomassimo di resistenza antisismica, a quanto previsto originariamente dal progetto di costruzione”.

Condividi su: