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La picchia, la insulta, la tortura: incubo dell’ex per una 19enne di San Felice

da | Giu 10, 2017 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro | 0 commenti

L’ha picchiata più volte, insultata in pubblico, l’ha minacciata di dare fuoco al negozio di sua madre. L’ha persino torturata frustandola con un cavo elettrico e spruzza dolente in bocca un deodorante. È durato un anno il supplizio di una giovane universitaria di San Felice sul Panaro che oggi ha trovato il coraggio di rendere noto il suo incubo in cui l’aguzzino era il ragazzo che amava, un coetaneo del posto.

I due, una coppia di ragazzini come ce ne sono tante che bazzicano per il paese, dopo una lunga storia iniziata quando avevano 12 anni, si erano lasciati un anno fa, e da allora lui le dava il tormento. La chiamava ogni ora del giorno e della notte, andava a suonare il citofono a casa. La seguiva ovunque andasse, anche all’Università. Appena aveva occasione e la insultava e la picchiava, anche in pubblico è stato visto che la prendeva a sputi.

Tutto quello che era della ragazza, lui lo distruggeva. Le ha fatto a pezzi la bicicletta, gli ha rotto cinque telefonini in un anno.

La vita della 19enne era diventata un incubo, la notte doveva mandargli, se lo pretendeva, un messaggio al minuto per evitare che lui chiamasse sul telefono di casa. A sfregio le aveva riempito l’automobile di uova marce e verdure, lui ha persino minacciato di picchiare il nonno, oltre che di bruciare il negozio della madre.

In un’occasione, per farle più male, l’ha frustrata con un cavo elettrico, in un’altra le ha spruzzato un deodorante in faccia.

Ormai l’escalation di violenze e sadismi non sembrava avere fine. Tutto è terminato quando la giovane ha fatto denuncia ai Carabinieri raccontando dettagliatamente tutti i fatti. Così,il Tribunale di Modena ha emanato per il 20enne il divieto di avvicinamento alla ex. Dovrà stare lontano da lei e dai luoghi che frequanta.

C’è voluto del tempo perché la giovane denunciasse il suo stalker, generando l’intervento dei Carabinieri e l’immediata emanazione da parte del tribunale di un divieto di avvicinamento a carico del 20enne, già noto alle forze dell’ordine che cinque  mesi fa lo arrestarono per spaccio e che ora dovrà stare lontano da tutti i luoghi frequentati da lei e dalla famiglia, inclusa l’università, e non cercare più di contattarla con alcun mezzo

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