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L’uomo delle bici di San Felice ha l’anima punk. E sfonda in Giappone

da | Giu 15, 2017 | In Primo Piano, Curiosità, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Personaggi | 0 commenti

Di solito parliamo di lui per i furti che subisce nel suo negozio o per le iniziative di beneficenza che organizza, ma Alessandro Alessi – l’uomo delle bici di San Felice sul Panaro –  riserva tante sorprese. Perchè non solo ha un passato rockettaro di alto livello, ma anche un presente che lo vede sfondare con la sua musica addirittura in Giappone. Infatti, proprio nel paese del Sol Levante ha pubblicato il primo album della sua band: sono state vendute decine di copie e da Tokyo già chiedono la seconda ristampa. Un successo inaspettato, ma basta sentire questa musica per capire che è meritato.

L’intervista ad Alessandro Alessi

Qualche anno fa Alessi fondò con un gruppo di amici gli Stompin’ Mad Bats, i Pipistrelli Pazzi che non stan mai fermi. Il genere è non facile e si chiama psychobilly musica che che fonde varie forme di punk rock con il rockabilly e altri generi. Erano in 5 e il sanfeliciano suonava il contrabbasso e faceva la back voice

“E’ stato il periodo più bello della mia vita – racconta Alessi oggi – tutto girava sulla vita notturna, gran baracca e sesso… Come la maggior parte delle band ci siamo sciolti quando era il momento buono, dissapori interni diciamo, alla fine ci siamo accorti che solo in due eravamo pronti a mollare tutto per fare gli artisti, gli altri tre… Mille storie, studio, la morosa, la mamma eccetera eccetera. Quando ci siamo sciolti io sono impazzito, sì è stata la più grossa delusione della mia vita, sono andato giù di testa praticamente”

Chi c’era nella band?

Oltre a me c’era Paolo Mazzoli, sempre di S. Felice,  che vive a Bologna, lui cantava Ora è laureato in Chimica e lavora all’Università di Bologna. Sempre di San Felice era Giustino Scardovelli, batterista, anche lui ora vive a Bologna ed è ingegnere informatico  e Stefano Duò, il sanfeliciano alla chitarra, che ora fa il DJ e lavora alla Emilplast, azienda dei suoi fratelli. Infine Matteo Ferlin, di Finale, chitarra, ora vive a Milano, fa il grafico e suona tuttora.

Avete avuto una bella carriera direi.

Sì. Abbiamo fatto parecchie date in giro per l’Italia, poi in Inghilterra più volte. Ci siamo sciolti appena prima della tournèe in Giappone, quella che secondo me ci avrebbe lanciati. In tre non volevano venire, che occasione persa!

Perchè l’exploit di oggi il Giappone?

Il genere è una sorta di rockabilly mischiato con il punk, in Giappone va ancora molto, come anche negli States, dove ha avuto il massimo di punta tra il 2007 ed il 2010, mentre in Europa tra l’88 ed il 98.

Perchè proprio ora a tanti anni dalla chiusura della vostra avventura musicale?

Il disco l’abbiamo registrato tra il ’93 ed il ’94, non l’ho mai fatto uscire perché ero molto arrabbiato con coloro che non volevano seguirmi nell’avventura mondiale. L’ho tenuto lì, finché un paio di anni fa, l’ho riascoltato ed ho detto “Ma quanto eravamo bravi?” da lì ho ricontattato gli altri, visto che dopo quasi 20 anni mi era “passata” l’arrabbiatura ed insieme abbiamo lavorato alla copertina, al sito e siamo usciti a fine Marzo. 
Poi siamo andati online, e da lì sono arrivate le richieste, la maggior parte dal Giappone, poi Usa, Australia, paesi nordici, anche dalla Russia. 

E ora, parola alla musica

Tutte le notizie e per ordinare il cd: http://www.stompinmadbats.com/it/

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