Un unico proprietario che ha ricevuto milioni di euro per una decina di fienili che non solo erano diroccati e abbandonati, ma sono diventate lussuose strutture pronte a diventare appartamenti.
É una delle denunce che riguarda Mirandola, e che fa parte della partita dei casi sospetti segnalati nell’esposto presentato alla Procura di Modena e a quella di Ferrara sugli abusi nella ricostruzione post sisma 2012.
L’esposto è a firma degli esponenti del Comitato Verifica Ricostruzione che già nel ferrarese hanno segnalato a Procura e Finanza un centinaio di casi di sospetti abusi nell’Alto Ferrarese e ora si occupano di quel che accade nella Bassa Modenese.
E, novità, adesso vengono chiamati in causa i sindaci, considerati responsabili politici sia delle Mude che dei mancati controlli successivi (ad esempio sul fatto che gli immobili ristrutturati debbano essere abitati entro tre mesi dalla fine dei cantieri) che i tecnici che hanno messo la firma sotto quelle domande di finanziamento post sisma. Nell’esposto si chiede di identificare le responsabilità di ognuno.
Tutto questo è stato presentato durante una conferenza stampa del Cvr a Finale Emilia.
“I danni fatti da chi ha avuto finanziamenti illegittimi sono gravissimi. Non solo per la palese ingiustizia, ma perché se non ci sono i soldi per le 6 mila persone che sono ancora fuori casa è perché li hanno dati a loro”, spiegano Nelson Zagni, Daniele Biancardi, Marco Mattarelli, Lorenzo Baruffaldi, Mirco Gallerani, Michele Testa, Andrea Zaniboni e Mauro Ferraresi, i cittadini del Cvr che hanno firmato l’esposto.
Il fenomeno, secondo le stime, riguarda il 20% delle domande di ristrutturazione per le case private e le strutture agricole, cifre ben lontane da quello 0,52% di illecito fisiologico ammesso dalla Regione. E nelle industrie? “Difficile valutare -rispondono dal Comitato- non ci danno accesso alle pratiche Sfinge per le imprese. Certo è che per le industrie ogni pratica è da milioni e milioni di euro”
Una tragedia diventata un business, scandali visibili a occhio nudo, insomma, su cui il Comitato chiede venga fatta luce.
E nella Bassa si cercano aderenti nuovi, “gente che ci vede bene e che non ha paura di metterci la faccia”. Scrivere a cvrcomitato@libero.it